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Politica martedì 14 aprile 2020 ore 10:46

Dal Pd accuse di "inerzia e incompetenza"

Secondo i consiglieri dem l'amministrazione comunale non è in grado di gestire l'emergenza coronavirus e non ha idee sulla ripartenza



PISA — "Il prezzo più caro che i pisani pagheranno è l'incompetenza" scrivono i consiglieri del Partito democratico Olivia Picchi e Vladimiro Basta, che accusano la giunta Conti di non essere in grado di gestire l'emergenza coronavirus. "Il 14 aprile faremo il primo consiglio comunale post inizio dell'emergenza Covid-19 - osservano i due consiglieri dem -. Il Sindaco è uscito sulla stampa riproponendo molte delle cose che come minoranze gli abbiamo posto (volutamente omettendo di chi siano le idee). Ma se leggiamo gli atti la verità è un'altra".

"La maggioranza si presenta con un solo ordine del giorno (12 invece le mozioni delle minoranze articolate su altrettanti interventi mirati nel campo del sociale, dello sport, della cultura, del Commercio e del turismo) Lo fa più per dovere che per cercare di risolvere i problemi dei cittadini. Così rispolverano il problema della riapertura delle Poste, problema già affrontato e risolto dai parlamentari locali del PD che ha portato ad un accordo che prevede la riapertura di molti uffici periferici. Chiedono che il Governo riconosca ai cittadini pisani un credito di imposta pari alle somme da loro pagate per i tributi locali, ma non si capisce perché debbano scomodare il Governo se Comune di Pisa ha risorse per abolire tutti i tributi. Siano coraggiosi, rinuncino ad incassare invece di scegliere di riscuotere così scaricando il problema su cittadini e imprese. Il punto però è un altro: il credito d'imposta è fruibile solo post dichiarazione dei redditi, quindi presumibilmente a giugno 2021, dunque non risolve il problema di liquidità che oggi tutti si trovano ad affrontare. Rimane inoltre il problema che l'imposta netta può non essere capiente e quindi il cittadino e l'impresa potrebbero perdere in tutto o in parte il beneficio. Quello che questa maggioranza dovrebbe chiedere al governo semmai è di incrementare l'FSC (fondo di solidarietà comunale), alimentandolo con risorse dello Stato e non con riparto interno al sistema degli Enti Locali, di una cifra corrispondente a quella necessaria all'eliminazione/abbattimento dei tributi locali". 

"Altra richiesta - proseguono Picchi e Basta - potrebbe essere quella di eliminare l'obbligo di copertura al 100% del costo del ciclo integrato dei rifiuti con la TARI per destinare l'avanzo libero o altre risorse provenienti dai risparmi di spesa corrente alla riduzione di tale tributo. Poi arriva la perla: intendono chiedere alla Regione di abolire l'intermediazione dei Consorzi di Garanzia per i costi dei quali la Regione ne ha già deliberato la riduzione. Il punto è che il nostro tessuto produttivo è composto da medie, piccole e piccolissime aziende che tramite i consorzi accedono a fondi e finanziamenti altrimenti inaccessibili. Senza contare il fatto che i consorzi garantiscono già i finanziamenti alle imprese e che la loro chiusura comporterebbe per le imprese un rientro immediato. Per dare una misura, solo Artigiancredito ha deliberato per il solo mese di marzo e per la sola provincia di Pisa garanzie pari a 4,572 mil".

"Abbiamo criticato l'operato di questa Giunta durante l’emergenza - concludono i due consiglieri del Pd -, ma il futuro è ancora più incerto. Ora dovremmo ragionare su come ripartire, su come coadiuvare gli aiuti economici che arriveranno dallo Stato e dalla Regione con misure ad hoc del Comune. Ora sarebbe il momento di rimettere in discussione tutto il bilancio comunale ricalibrandolo sulle nuove esigenze causate dalla pandemia. Invece il prossimo consiglio comunale si preannuncia una pericolosa farsa, perché se all'inerzia si somma l'incompetenza, i danni possono diventare incalcolabili".


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