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Attualità giovedì 03 ottobre 2019 ore 08:00

Pisa ha ricordato il sacrificio di Gamerra

Pisa ricorda il sacrificio del maggiore di artiglieria Gamerra. La cerimonia si è svolta al cimitero di Riglione con le autorità



PISA — Si è svolta mercoledì 2 ottobre alle ore 10.30 presso il Cimitero di Riglione la commemorazione del Maggiore di Artiglieria Gian Paolo Gamerra, caduto nei pressi di Stagno, a Tombolo, il 9 settembre 1943 insieme a 8 suoi commilitoni, in uno scontro con i Tedeschi presso Tombolo.

Alla cerimonia, organizzata dal Comune di Pisa insieme al Centro Paracadutismo, al Comitato Provinciale dell’A.N.P.I. e dalla Sezione di Pisa “Nicola Ciardelli” di A.N.ART.I., l’Associazione degli Artiglieri, hanno partecipato le Autorità civili, militari, le associazioni d’Arma e partigiane, gli insegnanti e gli studenti dell’Istituto Comprensivo “G.P.Gamerra”. Davanti al cimitero, attorno al monumento di bronzo, opera dello scultore Alessandro Caetani e donato alla città dall’Associazione Partigiani, si è svolta l’intera cerimonia con gli interventi del Sindaco Michele Conti, del Comandante del Centro Paracadutisti Col. Alessandro Borghesi, del Presidente dell’A.N.P.I. Bruno Possenti e del Vice Comandante del Comando Artiglieria Col. Vincenzo Stella.

“Come ogni anno – ha dichiarato il Sindaco Michele Conti - siamo qui per rendere omaggio al maggiore di artiglieria Gian Paolo Gamerra e agli altri militari che insieme a lui morirono, alle porte di Pisa, il giorno dopo l’Armistizio, rimanendo fedeli al giuramento di fedeltà fatto alla Patria. Rimasero fedeli, mentre altri militari si diedero alla macchia, altri non rispettarono quel giuramento e si schierarono altrove. Non siamo certo noi oggi a scoprire il valore dell’uomo e dell’ufficiale di carriera Gamerra, le cui qualità furono da subito riconosciute a pochi mesi dal suo sacrificio, quando con Decreto Luogotenenziale del 16 novembre 1944, gli fu conferita la medaglia d’oro al valor militare.

“Gamerra – ha proseguito il Sindaco - è l’esempio di cosa vuol dire fare il proprio dovere fino in fondo, senza tenere in considerazione del proprio tornaconto. Per queste motivazioni la città di Pisa continua a rendergli onore, fin da quando volle ricordare il suo sacrificio facendo erigere una statua di fronte al cimitero di Riglione, dov’è ancora sepolto. È un dovere per le Istituzioni mostrare riconoscenza con le parole, con le cerimonie, con gli atti di forte valore simbolico ma anche, lasciate che lo dica, con comportamenti coerenti e conseguenti. Per questo sono importanti le cerimonie come quella di oggi: ringrazio tutte le autorità civili e militari presenti; tutti abbiamo chiaro l’impegno comune cui volgere le nostre forze, verso la pace ed il superamento dei conflitti per guardare con fiducia al futuro, con la memoria di tutti i soldati italiani caduti per la Patria, viva nella mente e nel cuore”.

La cerimonia, a cui ha partecipato anche il presidente del Consiglio Comunale Alessandro Gennai, è stata coordinata dal consigliere comunale Riccardo Buscemi, Presidente della Sezione di Pisa dell’Associazione Artiglieri. Dopo la deposizione della corona, il momento più significativo è stato quello dell’intervento degli studenti, che hanno letto pensieri e poesie. Dopo la cerimonia è seguita la visita al Museo del Paracadutismo alla Caserma Gamerra, insieme agli Artiglieri della Toscana.

Alla memoria di Gamerra e dei suoi commilitoni fu concessa la Medaglia d’Oro al Valore Militare con la seguente motivazione:

“Mentre accorreva col suo gruppo privo di scorta a sostenere reparti duramente impegnati coi tedeschi, scontrandosi con soverchianti forze germaniche e ricevuta intimazione dal comandante di queste di consegnare le armi e gli automezzi, opponeva un fiero e deciso rifiuto. Attaccato d’improvviso con mitragliatrici e cannoni accettava l’impari lotta ed opponeva con ogni mezzo accanita resistenza, guidando i suoi artiglieri con la voce e con l’esempio in una lotta disperata. Cadeva colpito a morte col nome d’Italia sulle labbra, fedele al suo giuramento di soldato, abbracciato alla mitragliatrice che egli stesso faceva funzionare, avendo sostituito il mitragliere mortogli accanto. Pura affermazione nel tragico momento che la Patria attraversava del sentimento del dovere dell’Ufficiale italiano al servizio di un ideale e promessa luminosa per l’avvenire d’Italia.»

Stagno, località Tombolo (Livorno), 9 settembre 1943

I caduti furono sepolti nel cimitero di Riglione, ma quando le truppe tedesche abbandonarono la zona fecero saltare le tombe con la dinamite in segno di spregio. Oggi una lapide commemorativa collocata sulla parete esterna del cimitero li ricorda, unitamente alla statua di bronzo collocata sul piazzale antistante.


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