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Attualità lunedì 04 settembre 2023 ore 11:00

In bici in Olanda, "La differenza è lampante"

L'ingegnere Fabio Panin racconta la sua esperienza tra Amsterdam e Rotterdam: "Ho paura al pensiero di rientrare e usare la bici a Pisa"



PISA — La mobilità dolce e la sicurezza per chi va in bici sono temi più che mai attuali nella società odierna che guarda allo sviluppo sostenibile. L'ingegnere Fabio Panin, che si prepara a tornare a Pisa dopo un mese passato in Olanda, racconta la sua esperienza nei Paesi Bassi.

"Dopo circa un mese passato in Olanda, ritornerò in Italia. Qui  - racconta Panin-ho usato la bici tutti i giorni come normale mezzo di trasporto sia per commissioni che per piacere. L’ho fatto anche in quei giorni di vento forte (per intenderci sui 30 km/h), tempestoso, che si verificano spesso in estate qui. Mi sono presto abituato a non tenere gli occhi puntati a terra per evitare buche, crepe, tombini, anomalie insidiose della strada. Qui le strade, anche quelle di pavé, sono curate e lisce. Mi sono subito abituato alla tranquillità con la quale si va in giro, all’assenza del pericolo di incidenti. La gente guida con calma, dando le precedenza, rispettando i limiti di velocità (e quindi andando piano), sorpassando raramente (anche perché le strade sono fatte in modo da impedire i sorpassi). Il traffico procede fluido, senza scatti. La gente usa l’auto per andare da A a B, semplicemente, non sembra che sia sempre in ritardo e non guida come in un gran premio di formula 1".

"Soprattutto - aggiunge l'ingegnere- chi guida rispetta le precedenze dei ciclisti. Nella stragrande maggioranza degli incroci le bici hanno la precedenza. C’e’ una rotonda famosa per le lunghe code di auto vicino alla stazione di Leiden e gli ospedali, causate appunto dalla precedenza data alle bici provenienti da tutte le direzioni. Nessuno sbraita contro i ciclisti, nessuno forza il passaggio, usa la corsia riservata ai bus, per farsi avanti. Se sei in bici ti senti appartenere a una classe protetta, privilegiata. Non una minoranza osteggiata. E infatti le regole sono a vantaggio dei ciclisti, e le regole vengono fatte rispettare. Il concetto di base è che chi è in bici è vulnerabile. La viabilità è concepita per separare il più possibile auto da bici, e nel budget degli spazi disponibili (per esempio la larghezza di una strada) il vantaggio viene dato alle bici".

Quindi il confronto con il Belpaese. "La differenza è lampante, salta all’occhio subito appena si rientra in Italia. Eppure questa zona (Amsterdam-Rotterdam) è una delle più densamente popolate d’Europa, il traffico (anche di mezzi pesanti) c’è, eccome. Le strade non sono disastrate, il traffico fluisce. Immagino - prosegue Panin- che molti siano stati in Olanda in vacanza e quindi probabilmente abbiano notato quanto sopra. C’è una differenza pero’ tra una breve vacanza da ospite, e un soggiorno prolungato di tipo stanziale. La differenza è che uno si abitua a un certo stile di vita. Tutto questo lo dico perché da qualche giorno mi è montata una paura al pensiero di  rientrare e ritornare e usare la bici lì. Rivedo scene con automobilisti che abbassano il finestrino e sbraitano contro ciclisti, o peggio, di quasi-incidenti, mancati per un soffio, come mi capita quasi ogni volta che esco di casa, ed evitati grazie al fatto che do per scontato che gli automobilisti non rispettino le regole (specialmente riguardo al sorpasso e precedenze), vadano troppo veloce, e forzino la mano. Ricordo l’angoscia quando mi avvicino alla rotonda vicino alla porta di San Zeno, che chiamo rotonda della discordia: basta fermarsi un attimo, e se ne vedono di tutti i colori. Ciascuno cerca la via libera per infilarsi davanti agli altri…. a destra, a sinistra. Le bici sono un ostacolo. Qualcuno ha inveito contro di me mentre semplicemente la percorrevo, lui era dietro ma evidentemente pensava che dovevo fermarmi per permettergli di uscire dalla rotonda con stridio di pneumatici".

"Tutto questo - conclude Panin- toglie il piacere di andare in bicicletta, mette ansia, appena si varca il cancello di casa propria e ci si immette nel traffico. Peccato sia così, è un grande importante punto a svantaggio dell’Italia, e di Pisa in particolare".


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