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Attualità lunedì 30 ottobre 2017 ore 14:53

Cura tumori, doppio successo per medici pisani

Sara Ricciardi

Sara Ricciardi vince un premio dedicato ai giovani ricercatori. Un gruppo di studio mette a punto nuove cure per il mesotelioma pleurico



PISA — Lo Young Investigators Travel Award, uno dei più importanti riconoscimenti per i giovani ricercatori, è stato conferito alla dottoressa Sara Ricciardi (nella foto), specializzanda in Chirurgia toracica all’omonima Scuola di specializzazione diretta dal professor Alfredo Mussi, nel corso del 18esimo congresso mondiale dell’Iaslc-International association for the study of lung cancer svoltosi a Yokohama in Giappone. Il premio è stato assegnato per lo studio dal titolo: "Skip N2, an Independent Prognostic Factor of Survival: Analysis of a Favourable N2 Subgroup", un lavoro su un fattore prognostico indipendente di sopravvivenza nel carcinoma polmonare).

Dalla ricerca pisana arrivano invece nuove importanti scoperte e speranze di cura per il mesotelioma pleurico maligno, una grave neoplasia che colpisce le membrane di rivestimento dei polmoni, determinato nella maggior parte dei casi dall’esposizione alle fibre di amianto/asbesto, materiale largamente utilizzato anche in Italia nel campo dell’industria, dell'edilizia e dei trasporti fino al suo divieto di impiego, stabilito per legge nel 1992. 

Sulla rivista internazionale "Annals of Oncology" (impact factor 11.855) sono stati infatti appena pubblicati i risultati di uno studio, effettuato dai ricercatori pisani Elisa Giovannetti e Niccola Funel, in collaborazione con gruppi di ricerca nazionali ed internazionali che ha individuato la relazione esistente fra determinati livelli di espressione di una proteina (PCFT), che veicola il farmaco antitumorale (pemetrexed) e il decorso clinico del paziente. 

“I risultati di questo studio – ha spiegato Elisa Giovannetti, primo nome dell’articolo - hanno dimostrato che fra i pazienti trattati con il chemioterapico pemetrexed, quelli con più bassi livelli di espressione di PCFT hanno una minore sopravvivenza”.

Un altro importante risultato emerso negli studi preclinici ha messo in luce come la modulazione della metilazione indotta da un altro tipo di farmaco (5-aza-2'-deossicitidina) potenzi l’espressione della medesima proteina (PCFT) nelle cellule malate resistenti al trattamento, rendendo in tal modo più efficace l’azione del chemioterapico pemetrexed utilizzato per questo tipo di tumore, potendone veicolare di più. "Questi risultati – ha concluso Niccola Funel - suggeriscono la possibilità di prendere in considerazione questo tipo di combinazione per i tumori intrinsecamente ‘resistenti’ alla chemioterapia, aprendo la strada per nuovi studi clinici”.


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