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Lavoro venerdì 12 giugno 2020 ore 16:19

Università e didattica, Confcooperative propone

Piazza Dante semideserta

Suscita sempre più preoccupazioni e malumori l'annuncio del Rettore, che l'Università di Pisa riavvierà la didattica in presenza soltanto nel 2021



PISA — La decisione del Senato Accademico dell'Università di Pisa, per un primo semestre dell'anno accademico 2020/2021 ancora con la didattica a distanza, preoccupa tutta la città. Il sindaco ha chiesto al rettore Paolo Mancarella un ripensamento, e come Michele Conti in molti sono convinti che tale decisione si tradurrà in una mazzata dura da assorbire per l'economia della città, già provata dall'assenza dei turisti e da tutto ciò che già è derivato dall'emergenza Covid.

Contro la scelta dell'Università si schierano, in pratica, tutte le categorie economiche e buona parte dei partiti. Alla folta schiera si aggiunge oggi Confcooperative.

Per la presidente del comitato territoriale, Grazia Ambrosino, "anche le cooperative associate potrebbero subire un contraccolpo alla sostenibilità di impresa in tutti i settori dall'accoglienza, alla ristorazione, alle librerie e tipografie e molti altri servizi generati dall'indotto universitario. Il rischio è che le stime di perdite di posti di lavoro già alte a causa del COVID- 19 diventino su Pisa di immani conseguenze azzerando un tessuto produttivo".

Ambrosino avanza così una proposta. "Consapevoli che la scelta, dettata da motivazioni sanitarie e di tutela della comunità accademica e studentesca non può non essere rispettata e condivisa, chiediamo tuttavia che venga rivista e ripensata integrandola con l'utilizzo di uno schema “blended” che preveda percorsi didattici che integrano l’utilizzo di aule virtuali e aule in presenza". 

"L’utilizzo di più canali di comunicazione, aula e rete - argomenta la presidente di Confcooperative -, nonché l'organizzazione di una didattica contingentata come avverrà presso l'Ateneo di Firenze, potrebbe permettere la non discriminazione degli studenti che rimangono fuorisede a causa della pandemia ma nello stesso tempo di non annichilire quel tessuto sociale studentesco che da sempre caratterizza la cultura, la vita sociale ed economica della città di Pisa. In questa crisi le politiche educative e i servizi connessi, a partire dagli asili, scuole elementari e superiori, fino ad arrivare alla lifelonglearning hanno subito un'implosione importante generando non pochi danni alla crescita delle persone, non ultima quindi anche la preoccupazione, come comunità di genitori, dell'aspetto pedagogico nella crescita dei giovani, come cittadini dotatati di senso critico, che il periodo di socialità e convivenza in una città come Pisa può e deve esprimere".


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