Attualità giovedì 28 gennaio 2021 ore 14:45
Il sacrificio dell'Ateneo nella Grande Guerra
Conferite in Sapienza 132 cittadinanze onorarie di Vittorio Veneto, in ricordo dei caduti dell'Università di Pisa nella Prima Guerra Mondiale
PISA — Celebrare la memoria di 132 tra professori, studenti e dipendenti dell’Università di Pisa che hanno perso la vita nella Prima Guerra Mondiale. Questo il senso dell’iniziativa che si è svolta stamane in Sapienza, con la consegna ai caduti dell’Ateneo della cittadinanza onoraria di Vittorio Veneto, luogo divenuto simbolo della vittoria dell’esercito italiano su quello austro-ungarico nel primo conflitto mondiale. Un riconoscimento simbolico, istituito in occasione del centenario della Grande Guerra. Alla cerimonia hanno partecipato il sindaco di Pisa, Michele Conti, il rettore dell’ateneo pisano, Paolo Mancarella, e le autorità militari e civili, fra le quali anche il prefetto Giuseppe Castaldo e il presidente della Provincia, Massimiliano Angori.
“Furono tantissimi i membri della nostra comunità che diedero il proprio contributo allo sforzo bellico – ha ricordato il rettore Mancarella - 132 furono i nostri caduti e di questi ben 112 studenti. Tra di loro, tre medaglie d’oro al valor militare. Quelle di: Giovanni Bertacchi, iscritto alla facoltà di lettere; Leopoldo Pellas, studente di giurisprudenza, e Vincenzo Zerboglio morto a pochi giorni dalla fine del conflitto. A tutti loro il nostro Ateneo conferì la laurea in lettere ad honorem. E’ un grande onore per la nostra Università ricevere questa pergamena con la quale viene riconosciuta ai professori, al personale universitario e agli studenti del nostro Ateneo caduti durante la Grande Guerra, la cittadinanza onoraria della città di Vittorio Veneto”.
“Quella di stamani – ha detto il sindaco Conti - è la prima di una serie di iniziative culturali e commemorative volte a ricordare i caduti pisani della Prima Guerra Mondiale. Il calendario che prende il via con la cerimonia di oggi, accogliendo la proposta di sensibilizzazione dell’Anci e del 'Gruppo delle medaglie d’oro al valor militare d’Italia' che ha ideato il progetto commemorativo 'Milite Ignoto - Cittadino d’Italia (1921-2021)', si articola nel corso di tutto l’anno. In quest’anno, infatti, ricorre il centenario della traslazione della salma del Milite Ignoto all’Altare della Patria, durante la Giornata dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate avvenuta a Roma il 4 novembre 1921. Nel corso degli anni quel soldato “di nessuno” è divenuto “di tutti”, simbolo del sacrificio e del valore dei combattenti della Prima Guerra Mondiale e, successivamente, di tutti i caduti per la Patria assurgendo la sua tomba a simbolo di quanti hanno donato generosamente la propria vita per l'Italia. Fra questi, molti ragazzi partirono da Pisa, giovani universitari che entrarono a Vittorio Veneto”.
“L’Università di Pisa – ha proseguito il primo cittadino - è sempre stata fucina di saperi e di valori, una comunità di studiosi permeata di nobili tensioni ideali che hanno portato studenti e professori a occuparsi non solo della propria crescita culturale e intellettuale ma anche della comunità nazionale di cui facevano parte. Dal nostro Ateneo, già nel 1848 gli studenti insieme ai loro professori partirono per comporre il Battaglione Universitario, che prese parte alla battaglia di Curtatone e Montanara, scrivendo una delle pagine più belle del contributo pisano all'indipendenza e unità del Paese. Una tradizione di impegno e sacrificio che si è mantenuta nel tempo e anche dopo l’Unità d’Italia”.
“Ringrazio Comune e Università di Pisa – ha affermato lo storico Federico Ciavattone - per aver promosso e sostenuto questa iniziativa così importante e significativa. La Prima Guerra Mondiale fu un conflitto di massa in cui fu risucchiata l’intera società italiana compresa l’Università, che vide partire per il fronte studenti, professori e personale non docente. Il nostro Ateneo, in particolare, pagò il conflitto a caro prezzo con la morte di 132 persone, principalmente studenti che avevano scelto Pisa per conseguire la laurea. Laurea che sarebbe arrivata ad honorem solo dopo la loro morte”.
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