Lavoro sabato 22 febbraio 2014 ore 19:20
"Tradizione e identità, ecco perché non vogliamo i kebab"

Pieragnoli e Confcommercio Pisa tornano a chiedere regole chiare. Per tutti
PISA — "Se chiedere il rispetto delle regole per tutti e una seria politica di programmazione in materia di disciplina del commercio vuol dire essere xenofobi, come ci accusa una Città in Comune, allora vuol dire proprio che siamo xenofobi". Il direttore di ConfcommercioPisa Federico Pieragnoli difende il suo operato e quello dell'associazione, oltre che quello dei commercianti onesti, che per rispettare le regole si trovano a fare i conti con la crisi.
"Parole come tradizione, identità, made in Italy godono di una valenza positiva per gran parte della pubblica opinione, parole tanto più adeguate per una città d'arte come Pisa dalle forti potenzialità turistiche. Questo è il terreno sul quale si misurano le proposte dei nostri imprenditori e su questo siamo pronti a confrontarci con chiunque".
"Si può limitare entro una certa soglia - si chiede -, le aperture di attività commerciali non riferibili direttamente alla tradizione commerciale ed enogastronomica dei nostri centri storici? Pensiamo di si, che sia possibile e opportuno intervenire con una limitazione e questo abbiamo chiesto a chi ha la responsabilità di governare la città. Così come chiediamo, rispetto al proliferare del fenomeno dei minimarket in centro, siano essi gestiti da italiani o da stranieri, lo stesso rispetto di regole e norme al quale sono tenute tutte le altre attività commerciali".
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