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Attualità martedì 14 luglio 2015 ore 15:45

Usb: "No all'apertura notturna di Carrefour"

"Solo la diminuzione generalizzata dell’orario di lavoro a parità di salario aprirà la strada a nuova occupazione"



PISA — Un no deciso. Sull'apertura notturna dei supermercati Carrefour l'Unione sindacale di base non scende a compromessi e grida forte la sua contrarietà: "Un vantaggio solo apparente per i consumatori e gravissimi problemi per i lavoratori, che non hanno più tempo per se stessi, per la propria vita e per le proprie famiglie".

Secondo Usb la questione "aggiunge un ennesimo tassello al puzzle di precarietà, basso salario, difficoltà nella vita di relazione e degli ormai pochissimi diritti per oltre due milioni addetti del settore".

La responsabilità di ciò, il sindacato l'attribuisce al decreto del governo Monti, noto come Salva Italia, che nel 2012 ha liberalizzato le aperture e gli orari del commercio.

"La crisi del commercio -commentano- non ha nessun collegamento con le aperture e la liberalizzazione degli orari. Nasce dalla mancanza di reddito diretto e indiretto dei consumatori".

"Le promesse di crescita occupazionale all’indomani del decreto Monti e delle attuali politiche di Renzi -proseguono dall'Usb- si sono tradotte in chiusure di migliaia di imprese piccole e grandi, che non reggono la concorrenza. Le nuove assunzioni nella Grande Distribuzione Organizzata sono rimaste lettera morta, traducendosi in aumento di carichi di lavoro per i lavoratori dei centri commerciali. L’aumento dei carichi di lavoro e del nastro orario non si è infatti tradotto in stabilizzazione dei rapporti precari o in crescita salariale. I lavoratori della GDO vedono aumentare la flessibilità e la precarietà, le aziende e i sindacati concertativi (CGIL CISL UIL) limitano le maggiorazioni festive e domenicali attraverso vergognosi accordi a perdere. Insomma: lavorare di più per guadagnare di meno".

Per il sindacato la questione assume le sembianze di uno specchio per le allodole: "Il lavoro festivo e l’allungamento dell’orario non hanno creato più lavoro ma reso precario quello esistente, sempre più incerto, sempre più flessibile, anche grazie agli accordi dei padroni con i sindacati compiacenti"


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