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Attualità mercoledì 12 gennaio 2022 ore 18:08

Il lupo delle Apuane va all'università

lupo

Uno studio degli atenei di Pisa e Firenze indaga gli effetti della presenza del predatore sugli equilibri delle specie vegetali all'interno del Parco



MASSA — Quali sono gli effetti della presenza del lupo per l’intero ecosistema delle Alpi Apuane? Può avere, il predatore numero uno, un ruolo importante anche nella conservazione delle specie vegetali? È quanto sta indagando uno studio coordinato dal professor Alessandro Massolo dell’Unità di Etologia, Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa, in collaborazione con il professor Giovanni Argenti e la dottoressa Maria Ponzetta del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari Ambientali e Forestali (Dagri) dell’Università di Firenze per la parte relativa ai rilievi sulla vegetazione. 

Lo studio vede il coinvolgimento attivo anche del comando guardiaparco, dei tecnici faunistici del Parco delle Apuane e di studentesse e studenti dei due atenei tra cui due studenti residenti nell’area protetta: Luca Petroni, titolare di una borsa di dottorato cofinanziata dall’Università di Pisa e dall’Ente Parco e Luca Natucci, tesista magistrale in Conservazione ed Evoluzione.

“L’obiettivo del progetto – spiega Massolo – è studiare gli effetti regolatori del lupo sulla catena trofica dei mammiferi e come questi si riverberano anche sulle componenti vegetali”. In particolare, la ricerca indaga i cosiddetti top-down effect dovuti alla presenza di un top-predator come il lupo sulle Apuane, e il ruolo ecologico che questo predatore riveste. 

L'effetto regolatore sui predatori più piccoli e le popolazioni di prede infatti è tutto sommato assodato. Il lupo nella sua condotta predatoria riduce le densità di individui predati, modifica il loro uso dello spazio e i ritmi di attività. Ma che impatto ha tutto questo sulle specie vegetali? Questo non si sa ed è proprio l'oggetto della ricerca: "A cascata - prosegue Massolo - questi cambiamenti possono causare un ridotto o differente impatto sulle specie vegetali e indirettamente anche sul suolo e sugli organismi in esso presenti. Lo studio si propone quindi di valutare se, e in che misura, tale effetto top-down sia riscontrabile sulle Apuane".

Fototrappola

Una delle fototrappole installate

Per svolgere l’indagine, il territorio del Parco è stato suddiviso in 52 celle tramite una griglia di 3x3 chilometri. In ciascuna cella è stato individuato un percorso fisso di 2 chilometri lungo i quali raccogliere dati su segni di presenza indiretta (come feci e tracce) di lupi, volpi, mustelidi, ungulati domestici e selvatici, e un sito in cui collocare una fototrappola per il monitoraggio diretto della presenza di queste specie. 

Inoltre, sempre usando la griglia come riferimento, sono stati individuati 13 siti oggetto di regolare attività di marcatura fecale da parte di lupi, e una ventina di siti (punti di vantaggio) da cui condurre rilevamenti degli ululati indotti e spontanei dei lupi. Nei siti di marcatura si sta conducendo la raccolta di escrementi di lupo, mentre dai punti di vantaggio si conducono rilevamenti sulla frequenza e localizzazione di ululati indotti tramite stimolazioni (wolf-howling) o spontanee (usando microfoni ambientali) per identificare branchi riproduttivi. 

Infine, in alcune aree verranno effettuati rilievi sulla vegetazione silvo-pastorale per valutare l'impatto degli ungulati, in termini di prelievo della biomassa e di eventuali danni presenti. Come sottolinea il professor Massolo, è importante che il progetto sia condiviso e supportato coinvolgendo i residenti del parco. 


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