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Attualità mercoledì 29 novembre 2023 ore 17:10

Archeologi pisani sulle tracce di Zippalanda

Nuove scoperte avvalorano la tesi che localizza l'antica città ittita nel sito archeologico di Uşaklı Höyük. Gli scavi guidati dall'università di Pisa



PISA — Il puzzle sembra ormai completo, manca solo l'ultimo tassello per poter affermare con estrema certezza che il sito archeologico di Uşaklı Höyük è veramente Zippalanda, l’antica città santa degli Ittiti.

Una tesi avvalorata dalle recenti scoperte avvenute durante la 16esima campagna della missione archeologica italiana in Anatolia centrale, guidata dall’università di Pisa.  Sono infatti emersi nuovi e importanti elementi sull’uso rituale delle strutture di epoca ittita ritrovate nella zona nord della città, in primo luogo l’enigmatica struttura circolare rinvenuta nel 2022.

“Siamo ancora in attesa dei risultati dello studio archeozoologico – spiega il professor Anacleto D’Agostino dell'ateneo toscano, che dirige gli scavi -, ma il ricco repertorio di resti faunistici trovato al suo interno, principalmente pecore e capre, con segni di una lavorazione molto particolare, diversa da quella ordinaria, sembra confermare una sua interpretazione in chiave rituale. Ipotesi realistica, vista anche la sua vicinanza al tempio della città bassa, riportato alla luce nel 2013”.

“Allo stesso modo – prosegue D’Agostino - l’ampliamento dello scavo sulla corte lastricata vicina alla struttura circolare, ha fatto riemergere gli scheletri parziali di due bambini nei pressi di un focolare, tra un accumulo di cenere, ossa animali e frammenti di contenitori ceramici. Un ritrovamento enigmatico, ma che rafforza ulteriormente la nostra ipotesi sulla specificità del contesto che stiamo scavando. Specificità che si inquadra nell’ambito rituale e delle attività connesse, verosimilmente, con la sfera religiosa”.

Tra i reperti che rafforzano l’ipotesi che si tratti di uno spazio legato ad attività di ambito rituale, anche alcuni frammenti di intonaco dipinto a fresco con motivi geometrici e figurati di colore rosso e nero simili a quelli rinvenuti in altri templi di epoca ittita, oltre ai pezzi di due particolari vasi fatti a forma di avambraccio e con la parte terminale, quella della mano, a coppella, usati per le libagioni.


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