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Politica mercoledì 08 luglio 2020 ore 10:52

"Facciamo luce sulla discarica del Tiro a Segno"

Il palazzo comunale di Cascina

Scontro su una mozione presentata dai consiglieri Poli (Progetto Cascina Psi-Pse), Barontini e Loconsole (M5s), in relazione al caso Grillaia



CASCINA — I consiglieri comunali di opposizione Fabio Poli, di Progetto Cascina Psi-Pse e candidato sindaco per le elezioni 2020 con la lista ”Lavoro, Sviluppo, Ambiente – Cascina Civica“, e David Barontini e Claudio Loconsole del Movimento 5 Stelle di Cascina, hanno presentato una mozione inerente lo smaltimento di amianto, mettendo in relazione il caso della discarica della Grillaia di Chianni e le vicende della discarica del Tiro a Segno di Navacchio.

Per i tre consiglieri, le decisioni che verranno prese per la Grillaia - la giunta regionale ha accordato il conferimento 270mila metri cubi di fibrocemento ma i territori interessati si oppongono - potranno avere ripercussioni sulla discarica cascinese. Ma la mozione non è piaciuta alla maggioranza.

"Un inaspettato emendamento a firma dell’intera maggioranza a guida Lega - hanno spiegato Poli, Barontini e Loconsole - ha chiesto di cancellare dalla mozione proprio quelle richieste di verità rivolte all’amministrazione in merito alla gestione “Ceccardi”. In particolare, i consiglieri della maggioranza hanno richiesto di cancellare dalla mozione le seguenti richieste:

- rendere nota la natura degli atti con cui, contrariamente a quanto dichiarato il 6 aprile 2017, la giunta Ceccardi ritenne di autorizzare l'ultimo ampliamento richiesto da Ecofor Service e le motivazioni del mancato ricorso giurisdizionale al TAR;

- rendere note le motivazioni e chi ha sottoscritto gli atti istruttori tali da ritenere che la modifica d'altezza della discarica non costituisse variante di natura urbanistica ponendo il consiglio comunale, organo unicamente competente, all'oscuro della decisione presa".

"Ricordando che la discarica del “Tiro a segno” è destinata ai rifiuti contenenti amianto e che il Consiglio Comunale è un organo direttamente eletto e rappresentativo dei cittadini del nostro Comune - concludono i tre consiglieri di opposizione -, l’emendamento della maggioranza sembra voler non far venire alla luce alcune verità scomode relative alla gestione della discarica di Navacchio. L’appuntamento ora è per il Consiglio Comunale del 9 Luglio alle 15:00. Se passerà questo emendamento i cittadini cascinesi non sapranno mai la verità su chi ha autorizzato l’ampliamento della discarica di RCA (Rifiuti Contenenti Amianto) e quali siano state le motivazioni".

Di seguito il testo integrale della mozione presentata da Poli, Barontini e Loconsole.

ORDINE DEL GIORNO: art. 54 - Reg. del C.C. stato d'attuazione dell’area già adibita a discarica denominata “Tiro a Segno” in loc. Navacchio

Premesso che

di recente, la Giunta Regionale Toscana ha dato il via ad un progetto definito “di recupero volumetrico” della discarica della Grillaia. Per sindaci e cittadini della Valdera si tratta, invece, di “un’inopportuna riapertura” come dimostrano le migliaia di firme con cui si chiede la chiusura definitiva di un sito che avrebbe delle ripercussioni su quel territorio;

con una crescente bulimia interventistica, per un caso “Grillaia” scoppiato nell'imminenza della prossima tornata elettorale, i tre consiglieri regionali del PD pisano hanno prontamente redatto un atto di dissenso contro la giunta da loro sostenuta dando avvio ad una contraddittoria ed evidente azione di lotta e di governo;

il quotidiano La Nazione, in data 14 giugno u.s, ha pubblicato un articolo nel quale il proprietario della Nuova servizi ambiente, società interessata alla riapertura della Grillaia per un importo di 30 milioni di €, ha rilasciato la seguente e testuale dichiarazione: “è la Regione Toscana che ci ha suggerito di proporre un progetto con l'amianto, perché il sito di Navacchio è al limite”;

a seguito e per effetto di tale dichiarazione vale ricordare che, nel 2010, la Provincia di Pisa autorizzava il conferimento di rifiuti inerti a basso contenuto organico per 170.000 mc da portare a compimento in due anni. Nel rispetto del protocollo d’intesa siglato già nel 2007 tra Provincia di Pisa, Comune di Cascina, ATO 3 e Ecofor Service, una volta conclusi i conferimenti si sarebbe avviato un piano di ripristino ambientale e paesaggistico per restituire ai cittadini un’area definitivamente risanata;

contrariamente agli impegni assunti, la Provincia di Pisa – presidenza Pieroni – e la Regione Toscana prorogarono più volte i tempi di chiusura previsti e, soprattutto, autorizzarono la sostituzione dei rifiuti non pericolosi con quelli contenenti amianto. Da 170 mila mc iniziali cui avrebbe fatto seguito la gestione post mortem del sito, si passava ad un successivo ampliamento fino a 210 mila mc ribadendo l’obbligo, per non entrare in evidente contrasto con la previsione urbanistica, di mantenere morfologia e profili del progetto risalente al 2010;

a soli cinque mesi dalla concessione della proroga – da 170 a 210 mila mc – il 2 dicembre 2016 Ecofor Service avanzò alla Regione Toscana e al Comune di Cascina un progetto di sopraelevazione del colmo della discarica da 17,50 a 21,00 m per renderla idonea a ricevere un ulteriore ampliamento da 210 mila a 254 mila mc raddoppiando, di ulteriori 44 mila mc, l'ampliamento di 40 mila mc già ulteriormente assentito rispetto alla capienza iniziale;

il Comune di Cascina, come da DECRETO della R.T. n. 1940 del 23 febbraio 2017,in data 12 gennaio 2017 esprimeva la propria posizione favorevole in quanto riteneva ”gli impatti ambientali del progetto poco significativi e le misure di mitigazione proposte condivisibili”;

alle interrogazioni presentate in consiglio comunale da parte dei gruppi del M5s e del Partito Socialista l'allora assessore all'ambiente, come da registrazione, rispondeva testualmente: “questa giunta non ha autorizzato alcun ampliamento avendo solo formulato l'ufficio un contributo tecnico. Ad oggi non è stato concesso assolutamente niente, ripeto non è stato concesso assolutamente niente ancora devono essere concordati i dettagli del progetto e dichiarare che la giunta ha autorizzato è una bugia e non è stato autorizzato alcunché”. Riguardo al mancato coinvolgimento della cittadinanza rispondeva altresì: verranno senz'altro promosse forme di pubblicizzazione e incontri sul territorio dall'amministrazione”. Oggi, a differenza di quanto accaduto alla Grillaia, possiamo dire che non si e verificata né l'una né l'altra cosa;

tutto ciò avveniva nel silenzio più totale degli organi di stampa e soprattutto di una parte politica e di quei consiglieri che oggi, al contrario di ieri, si fanno promotori di un tempestivo riesame della decisione presa dalla Regione Toscana per il conferimento di circa 270 mila mc di eternit destinati alla discarica La Grillaia;

impegna la Giunta comunale:

- a rendere nota la natura degli atti con cui, contrariamente a quanto dichiarato il 6 aprile 2017, la giunta Ceccardi ritenne di autorizzare l'ultimo ampliamento richiesto da Ecofor Service e le motivazioni del mancato ricorso giurisdizionale al TAR;

- a rendere note le motivazioni e chi ha sottoscritto gli atti istruttori tali da ritenere che la modifica d'altezza della discarica non costituisse variante di natura urbanistica ponendo il consiglio comunale, organo unicamente competente, all'oscuro della decisione presa;

- affinché la discarica denominata “Tiro a Segno”, ormai in fase di ultimazione perché “al limite”, come dichiarato dalla società interessata alla riapertura della Grillaia, a soli due anni dall'avvio dell'ultimo ampliamento sia esclusa da qualsiasi ulteriore e reiterata autorizzazione per supplire ad un'eventuale mancata riapertura del sito La Grillaia;

- ad avviare un’azione partecipativa di cittadini e associazioni che, a differenza di quanto ripetutamente avvenuto in passato, mancando agli impegni assunti, possa garantire un territorio ormai saturo e non più in grado di sopportare ulteriori conferimenti. Conferimenti che potrebbero essere attuati in proroga per far fronte ad un continuo stato d'emergenza cui ci ha abituato una politica regionale, priva di programmazione della filiera dei rifiuti in evidente contrasto con l'azione di buon governo a sostegno dell’economia circolare, ripetutamente vantata dalla giunta toscana e da quei consiglieri regionali del PD pisano che ne hanno sempre sostenuto l'azione.


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