Le opere di Giada Paolicchi alla Società operaia

Il Museo di via Curtatone ospita 25 opere della giovanissima artista pisana, già allieva di Bruno Pollacci e dell'Accademia delle Belle Arti

CASCINA — La passione per il disegno fin da quando era piccola, poi i corsi con Bruno Pollacci a Pisa e, infine, l'Accademia delle Belle Arti a Firenze. Attraverso questo percorso Giada Paolicchi ha trovato la propria cifra artistica nella pittura e oggi, domenica 7 Aprile, 25 sue opere saranno in mostra dalle 10 alle 18 al Museo della Società operaia di Cascina, in via Curtatone.

La mostra racconta l'esperienza artistica di Giada seguendo un filo narrativo che inizia dal figurativo coi ritratti, i nudi esercizio di scuola all’Accademia di Firenze ispirati a un artista francese, fino all’astrattismo, in cui l'artista percorre l’itinerario inverso: dalle emozioni, dagli stati d’animo, ai colori e al tratto.

"All’inizio la mia impronta era prettamente figurativa: adoravo il carboncino e cercavo di cogliere l’anima dell’essere umano ritraendolo in bianco e nero - ha spiegato Paolicchi - un giorno, un professore di pittura ci propose un esercizio di improvvisazione con i colori a olio e quello che ne uscì fu il mio primo quadro astratto, quello che diede inizio a tutta la serie e mi portò a distaccarmi quasi definitivamente dal figurativo. Con la pittura esprimo me stessa, le sfaccettature del mio carattere e della mia anima. Dipingere è raccontarsi ma è anche raccontare ciò che ci circonda".

Giada si definisce inequivocabilmente una pittrice, che però si è distaccata dall’uso classico dei colori, quelli che faceva a mano all’Accademia triturando le varie sostanze nel pestello: ora, per esempio, quell’alluminio le serve per dare vita a una pittura tridimensionale, che integra il colore e la sua materialità.

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