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Sport giovedì 13 marzo 2014 ore 18:44

Dalla Canottieri Arno al South Carolina, il viaggio di Gaia

Nencini, 20 anni di Pisa, scelta dalla squadra di canottaggio di un prestigioso college statunitense



PISA — L'hanno scelta tra decine di sue coetanee e adesso è stata reclutata dalla squadra di canottaggio femminile di un importante università statunitense.
Gaia Nencini, 20 anni appena, in forze da sempre alla Canottieri Arno di Pisa ora studia e voga a Clemson in South Carolina grazie a una borsa di studio conquistata per le sue capacità atletiche.
A notarla, durante l'ultimo mondiale in cui Gaia vestiva i colori della Nazionale Azzurra, è stato un reclutatore che le ha offerto "una opportunità unica": quattro anni negli Usa all'Università di Clemson che vanta una competitiva squadra di canottaggio femminile composta da ben 70 atlete.
"Sapevo che sarebbe stata dura - racconta Gaia, a Clemson dal 3 gennaio scorso - soprattutto per il distacco dalla mia famiglia, dal mio ragazzo, dalle amiche e dal mio allenatore alla Canottieri, Nicola Iannucci. I primi due mesi sono stati i più difficili, ma adesso sto ingranando".
In South Carolina Gaia studia Business and Management, l'equivalente della nostra Economia e Commercio e contemporaneamente si allena nel canottaggio ad un ritmo davvero intenso.

"Dal lunedì al venerdì la sveglia suona alle 5 del mattino e usciamo in barca per due ore, nel Lake Hartwell dove sia sta allenando anche la nazionale canadese in vista del mondiale - spiega la giovane atleta -. Subito dopo corro a seguire le lezioni e di pomeriggio torno ad allenarmi. Nel week end, tra un allenamento e l'altro e la sera, studio".
Una tabella di marcia davvero frenetica che metterebbe a  dura prova chiunque. "E' molto difficile - continua - soprattutto perché devo fare tutto in una lingua che non è la mia, ma piano piano sto prendendo il ritmo giusto".
E' una tosta, Gaia, e l'ha già dimostrato negli anni trascorsi alla Canottieri Arno con i cui colori ha collezionato diversi premi nazionali e conquistato un meritato posto in nazionale con cui ha vinto due titoli europei alla Coupe de la Jeunesse e il posto di capovoga agli ultimi mondiali U23, solo per citarne alcuni.

A Clemson, la folta schiera di atlete della squadra di canottaggio è divisa in due gruppi: uno composto da 16 ragazze destinate alle gare più importanti, e uno con tutte le altre. Gaia Nencini è già nel gruppo delle più forti. "Ogni mese dobbiamo sostenere test e prove in barca - spiega - per restare nel primo gruppo". Non è ancora il momento delle gare, però.

"Devo superare otto esami entro maggio se voglio potere accedere alle gare - racconta Gaia -. Si chiama 'elegibilità sportiva': in sostanza se non hai buoni risultati negli studi, superiori alla sufficienza, non puoi accedere alle attività agonistiche con la squadra del campus". Dopo gli esami di maggio, dunque, Gaia potrà finalmente gareggiare. Ad attenderla ci sono le competizioni previste a New York e valide per la qualificazione agli NCAA (National Collegiate Athletic Association) Rowing Championship, dei campionati riservati alle squadre delle università.

"Qui sono sempre tutti pronti ad aiutarti e c'è molto orgoglio nazionale e positività - dice Gaia parlando della sua nuova vita -. Con me ci sono altre due italiane: una ragazza di Bari, reclutata insieme a me al mondiale, e due ragazze della Canottieri Lario che stanno già per laurearsi. Ma ci sono cose dell'Italia che mi mancano molto: la mia famiglia, il mio ragazzo, le mie amiche e il mio allenatore. Per fortuna, riesco a comunicare con tutti via internet e ognuno di loro mi sostiene e mi incoraggia. E poi, neanche a dirlo, il cibo!". Dopo le gare di New York, Gaia tornerà in Italia, ma non in vacanza, o almeno non del tutto. "Torno in tempo per i campionati - conclude -: non potrei mai lasciare la Canottieri Arno, ci sono cresciuta e sono molto legata alla società e al mio allenatore".

"Per noi la convocazione di Gaia Nencini a Clemson è motivo di grande orgoglio - commenta Luigi Fabozzi, presidente della Canottieri Arno -. E' un momento importante che riassume il vero ruolo di una Società sportiva che prima di tutto deve crescere e formare i propri ragazzi". "E' quelloche è accaduto con Gaia - continua Fabozzi - che poco più che bambina si è presentata alla Arno, qualche anno fa, con un gruppetto di amichette terribili. Qualcuna, com'è naturale, ha abbandonato, ma chi affronta questo sport con serietà e caparbietà come ha fatto Gaia è destinato ad avere le sue soddisfazioni. Una buona società, con buone strutture e tecnici preparati, forma gruppi di atleti che crescono insieme e maturano in un ambiente sano sotto tutti i punti di vista". "Abbiamo vissuto con un po' di apprensione la decisione di Gaia - conclude Fabozzi -, in fondo era la prima volta che un atleta della Arno veniva scelto da una Università così importante e così lontana, ma siamo sempre stati certi delle grandi possibilità e del cuore che lei mette in tutto quello che fa. Per i nostri atleti Gaia è già diventata un esempio da seguire. E questo è un bene e un successo per tutti". 


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