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Cronaca sabato 12 aprile 2014 ore 10:45

Dislessico un bambino su 990, "si rischia l'emergenza sociale"

Il consigliere regionale Gian Luca Lazzeri preoccupato anche per i tempi della diagnosi: "Ci vogliono anche 6 mesi"



PISA — “A Pisa la dislessia rischia di diventare un’emergenza sociale soprattutto per gli alunni delle scuole primarie e secondarie".
Il timore è del consigliere regionale Gian Luca Lazzeri, Ncd/Più Toscana, membro della commissione sanità in regione.
"Nel corso del 2013 all’Asl 5 di Pisa sono arrivate complessivamente 530 richieste di valutazione per Dsa, che hanno confermato 343 diagnosi di disturbi specifici di apprendimento. In pratica, rapportando il numero di casi alla popolazione di riferimento dell’Asl 5 si è registrata una richiesta di diagnosi ogni 641 persone e un caso di dislessia ogni 990 abitanti. Una media rilevante se paragonata a quella di altre Asl toscane come Viareggio dove si sono registrate 33 diagnosi di dislessia (una ogni 5.136 persone), Massa con un caso ogni 1.600 abitanti, Firenze dove i casi sono stati 1.331 a fronte però di una popolazione dell’Asl 10 di 835.844 abitanti”.
Con questi dati Lazzeri, lancia l’allarme su disturbi di apprendimento all’interno del territorio dell’Asl pisana.

"I numeri di questa emergenza – sottolinea Lazzeri – devono convivere con tempi tecnici per ottenere la certificazione del disturbo, cioè l’attestato valido ai fini scolastici e redatto dalla Asl ai sensi della legge 170 del 2010 che servirà ai bambini per ottenere compendi specifici per affrontare le difficoltà didattiche legate alla loro condizione, tutelandone le possibilità di successo scolastico. Tempi che nell’Asl 5 arrivano fino a 6 mesi come previsto dalle linee guida della Regione. Ma a cambiare deve essere la normativa regionale; la fine dell’iter valutativo diagnostico, infatti, per le famiglie e i bambini coinvolti, non costituisce un punto di arrivo, ma di partenza. La tardiva rilevazione del disturbo, specie superati i 10 anni di vita, può avere conseguenze sulla sfera emotiva di bambini e adulti pregiudicandone non solo le possibilità di successo scolastico, ma andando a colpire a cascata la sfera psicologica. Quello che manca dopo questo passaggio, infatti, è una solida rete a livello di sanità pubblica che unisca le esperienze dell’associazionismo a quelle di genitori e insegnanti permettendo di sostenere le famiglie, spesso costrette a convivere con attese estenuanti. Per questo motivo – conclude Lazzeri –, presenterò una proposta di emendamento al piano socio sanitario integrato che segni la rotta per agire in questa direzione: diminuzione dei tempi d’attesa, corsi di approfondimento per il personale docente (fra i primi a poter fungere da campanello d’allarme per i Dislessia in assenza di marcatori biologici, comportamentali o sociali in ambito extrascolastico) e un riconoscimento dell’associazionismo regionale attivo nei casi di dislessia finora relegato alla periferia delle azioni di tutela e compensazione di bambini e adulti colpiti da disturbi come la dislessia”.


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