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Imprese & Professioni lunedì 12 dicembre 2016 ore 18:05

Gioco d'azzardo a Pisa: qual è la situazione

​A Pisa e provincia il gioco d'azzardo ha raggiunto livelli elevati, sebbene l'area non sia tra quelle più a rischio della regione, con un numero sempre crescente di persone che frequentano locali in cui ci sono apparecchiature che rilasciano premi in denaro e agenzie di scommesse.



PISA — Da un lato ci sono la crisi economica e i codici bonus - bet365 Casino 2017 in testa - rilasciati dagli operatori del gambling per attrarre i clienti, mentre dall'altra c'è il rischio di disagio. Il gioco, infatti, può dare dipendenza, creando dissesti economici per le famiglie e situazioni di grave malattia psicologica per chi pratica l'azzardo. 

Non ci sono solo le agenzie di scommesse sportive, ma anche tanti bar e sale gioco con slot machine che incassano ovviamente molto più di quanto regalano agli avventori. Le istituzioni pisane, a questo proposito, hanno annunciato nelle scorse settimane una vera e propria attività preventiva, supportando le battaglie di medici e associazioni, come ad esempio Slot Mob, l'organizzazione che punta a eliminare gli apparecchi del gioco d'azzardo dalla circolazione. 
A favorire queste attività c'è la volontà di contrastare il giro di denaro in cui sono coinvolte organizzazioni criminali, spesso proprietarie delle aziende che installano e propongono le slot machine nei vari locali della città e del territorio circostante. Non è tuttavia semplice raggiungere l'obiettivo, perché chiedere agli esercenti di rinunciare a tali dispositivi significa far diminuire i loro introiti economici. La sinergia tra le istituzioni, le strutture sanitarie, le associazioni e le strutture di cura e prevenzione del problema è un segnale positivo circa l'impegno del territorio nell'affrontare un tema delicato e complesso, con l'intenzione di salvaguardare le persone a rischio. Del resto i dati forniti dal SerT di Pisa sulla cura dei pazienti affetti dalla patologia di dipendenza dal gioco di azzardo sono un vero e proprio campanello d'allarme. 

Nel 2015 sono stati presi in cura 17 pazienti, la maggior parte dei quali con un'età compresa tra i 18 e i 30 anni. Molte le donne, con un tasso di crescita notevole rispetto alle annualità precedenti. La struttura svolge moltissimi incontri di informazione e sensibilizzazione, ma ancora non è sufficiente e si deve incrementare il lavoro per riuscire a evitare il dilagarsi del fenomeno. I numeri del Pisano preoccupano le autorità locali. Il profilo del giocatore che si rivolge al SerT è uomo, con un'età media di 45 anni, con un lavoro, stregato dalle slot machine e arriva a chiedere aiuto dopo alcuni anni di gioco, quando il debito accumulato ha raggiunto valori molto alti. I più giovani, invece, sono i frequentatori assidui del poker online. A costituire, però, un fenomeno in aumento, sono appunto le donne, anche loro sensibili alle slot machine. Il motivo non riguarda tanto la necessità economica, ma piuttosto la solitudine, anche se il risultato finale circa la patologia e lo sperpero delle risorse economiche è esattamente il medesimo. Gli uomini giocano per incassare, ma le donne cercano il brivido e la competizione, arrivando comunque a dilapidare il patrimonio familiare. 

L'approccio adottato dal SerT di Pisa coniuga l'aspetto clinico, attraverso il funzionamento di un ambulatorio dedicato alla patologia e alle nuove dipendenze, con l'approccio di rete, messo in atto da un gruppo di lavoro formato da figure provenienti da varie istituzioni. A comporlo sono tra gli altri gli Enti Locali, i medici e le associazioni volontaristiche. Si tratta di un modo per unire le competenze e seguire ogni fase della prevenzione e della cura, con azioni mirate ed efficaci. Per i pazienti c'è la garanzia di anonimato e di rispetto della riservatezza, per un aiuto concreto da rivolgere non solo a loro, ma anche alle loro famiglie. La cura dei diecimila aretini malati di dipendenza da gioco d'azzardo è importante, ma l'economia del settore non ha certamente intenzione di perdere un introito da 350 milioni di euro all'anno per la vendita di gratta e vince e per l'utilizzo di slot machines. Sono inclusi anche lotto e superenalotto, tutti giochi che portano a spendere una somma pari al 3,60 per cento del pil. Questo numero di pazienti si è raggiunto negli ultimi dieci anni, con circa un migliaio di persone all'anno che accedono alla struttura, per poter guarire e recuperare il danno subito e soprattutto per fermarsi.
Adulti e adolescenti si lasciano tirare dalle tante promozioni e dalle pubblicità accattivanti, ma il miraggio di vincite interessanti, abbinato alla volontà di recuperare le somme perse, crea la dipendenza. Un rischio che si verifica soprattutto con il remote gambling, ovvero il gioco d'azzardo che si pratica da casa utilizzando il proprio computer connesso a internet, il telefono o le applicazioni del cellulare, oppure ancora dalla televisione digitale o interattiva. 

A Pisa, come in altre città, i ragazzi cominciano per noia e per provare a racimolare del denaro facile, usando le nuove tecnologie, per poi finire con problemi grandi e difficili da risolvere, arrivando ad una situazione di grave disagio. Il 58% degli individui dai 14 anni in su ha dichiarato di aver giocato d'azzardo almeno una volta. In questo contesto non mancano le campagne di sensibilizzazioni, ma lo Stato che cerca di combattere la dipendenza da un lato, concede le autorizzazioni dall'altro. Le istituzioni consentono la pratica del gioco d'azzardo, per poi provare a correre ai ripari con cure dedicate. Ciò comporta costi non indifferenti, ma lo sono anche gli introiti portati dalle giocate degli appassionati agli operatori, tra cui quelli statali, con l'incremento del bilancio pubblico.


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