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Cronaca venerdì 29 maggio 2015 ore 17:34

Il 28enne confessa: "Ho ucciso io la prostituta"

Messo alle strette dalle prove raccolte dagli inquirenti, l'uomo ha confessato l'omicidio della nigeriana trovata morta in pineta



PISA — Rahhal Idrissi, il 28enne clandestino arrestato dai carabinieri con lo’accusa di rapina ai danni di un transessuale ha confessato di essere autore dell’omicidio della prostituta nigeriana trovata morta la mattina del 31 marzo a Vecchiano nel parco regionale a confine con Torre del Lago Puccini, uccisa con numerose coltellate.

Determinanti per circoscrivere l’episodio si sono rivelati gli accertamenti svolti sulla scena del crimine, che hanno portato al rinvenimento di uno scontrino fiscale battuto dal supermercato Unicoop di Torre del Lago la mattina dell’omicidio, grazie al quale, dopo lunghi accertamenti, si è risaliti all’uomo che ha eseguito l’acquisto. Interrogando poi numerose prostitute e transessuali operanti nella zona del delitto, gli inquirenti hanno individuato tra gli emarginati della zona, un marocchino, privo di fissa dimora, che girava armato di coltello e che era l’autore di alcune rapine ai loro danni: la descrizione offerta dalle vittime ricalcava le caratteristiche fisiche dell’uomo ripreso dalle telecamere del supermercato.

La svolta nelle indagini è arrivata con il riconoscimento dell’indagato da parte di un transessuale di nazionalità brasiliana, vittima nel gennaio 2015, di una rapina del proprio cellulare I-phone 6, rubato nel corso di un rapporto sessuale avvenuto nella stessa pineta dove è stata trovata morta la prostituta nigeriana.

L’uomo è stato localizzato la sera del 13 aprile a Cecina e sottoposto a fermo per la rapina ai danni del transessuale. All’atto del suo arresto, l’uomo indossava ancora lo stesso abbigliamento con il quale era stato ritratto dalle telecamere dell’Unicoop, in particolare un paio jeans che poi si è rivelato essere intriso di sangue e quindi sottoposto a sequestro.

Le successive intercettazioni disposte all’interno del carcere di Pisa, dove l’uomo è stato poi tradotto, hanno consentito di raccogliere gli elementi probatori sul delitto e sul suo movente: in particolare la furia omicida, concretizzatasi nell’infliggere alla donna 14 coltellate al torace ed alla schiena, maturata per una mancata prestazione sessuale.

L’uomo, indagato per l’omicidio dopo il suo ingresso in carcere, intuendo che i capi di abbigliamento sequestrati ed inviati al Ris di Roma per le comparazioni biologiche con le tracce rinvenute sul cadavere avrebbero potuto far emergere il suo coinvolgimento, ha quindi confessato al Pubblico Ministero la sua responsabilità nell’omicidio.

Determinante sarà il responso della scientifica sui reperti rinvenuti sulla scena del crimine e indosso all’arrestato al momento del fermo.


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