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Politica domenica 14 dicembre 2025 ore 09:30
Bilancio 2026, Diritti in Comune rilancia

Presentata una “contromanovra” con 190 proposte contro il preventivo della giunta Conti: casa, clima, sociale e pace al centro
PISA — In vista della discussione sul bilancio preventivo 2026, che entrerà in Consiglio comunale dal 15 Dicembre, Diritti in Comune: Una città in comune-Rifondazione Comunista presenta una “contromanovra” alternativa. Nel comunicato il gruppo parla di politiche “regressive ed inique” della maggioranza che sostiene il sindaco Conti e rivendica un pacchetto di 190 proposte tra Documento Unico di Programmazione e bilancio, costruito, viene sottolineato, attraverso un percorso di partecipazione e ascolto con la città. La cornice politica è dichiarata: giustizia climatica e ambientale, giustizia sociale e partecipazione, diritti, pace e disarmo.
Il primo capitolo riguarda la casa. Diritti in Comune propone di spostare risorse: i 2,5 milioni previsti per quattro nuovi parcheggi “in aree verdi”, tra cui quello nel Vallo del Giardino Scotto, dovrebbero essere destinati agli interventi urgenti per le case popolari del Villaggio Cento Fiori e di via Merlo. Nel comunicato si aggiunge la "richiesta di recuperare 800 mila euro dal piano delle opere pubbliche per avviare un sistema di alloggi-ponte, puntando sulla ristrutturazione di 174 alloggi comunali vuoti per rispondere all’emergenza abitativa".
Altro tema è il patrimonio pubblico. Diritti in Comune rilancia un "piano di riutilizzo di immobili indicati come abbandonati, dalla Mattonaia all’edificio di via Fermi, contestando la scelta della Giunta di fare cassa con le alienazioni, con 20 milioni di entrate inserite nel 2026. Il gruppo propone anche un maxi emendamento per togliere 350 alloggi gestiti da APES dal piano delle alienazioni, definendolo un passaggio critico in un Paese che, secondo il comunicato, avrebbe solo il 3% di patrimonio immobiliare pubblico".
Sul fronte ambientale la contromanovra indica l’obiettivo di arrivare all’azzeramento delle emissioni nette di gas serra entro il 2030, richiamando la dichiarazione di emergenza climatica votata dal Consiglio comunale. Tra le misure citate ci sono 200 mila euro per centraline sulla qualità dell’aria a Porta a Mare e a Riglione-Oratoio e la proposta di comunità energetiche solidali. Viene chiesto un cambio di rotta anche sull’urbanistica, con una moratoria sulle nuove costruzioni e lo stop al consumo di suolo, e sulla mobilità: l’idea è dichiarare Pisa “città 30”, potenziare il trasporto pubblico locale e predisporre un piano pluriennale per mettere a norma le pensiline per le persone con disabilità.
Nel comunicato si attacca anche la gestione del sociale, citando un "taglio di 2,5 milioni alle politiche sociali e circa 1 milione e 475 mila euro di bonus spesi nel 2025 e confermati nel 2026". La proposta alternativa parla di una "revisione dell’organizzazione dei servizi socio-assistenziali e socio-sanitari in forma associata tra Comuni e Asl, puntando al parametro LEPS di un assistente sociale ogni 5.000 abitanti". Si cita poi un "piano contro povertà e diseguaglianze", da finanziare anche con una “tassa di scopo” sulle grandi proprietà abbandonate e con il recupero dei crediti vantati dal Comune verso “alcuni grandi debitori”.
Il capitolo fiscale viene presentato come un laboratorio di “giustizia fiscale”: Diritti in Comune propone una modifica dell’Irpef legata alla campagna “Tax the rich”, insieme a un piano pluriennale contro evasione ed elusione. Le risorse recuperate, viene indicato, dovrebbero andare al sostegno delle morosità incolpevoli e a politiche per il lavoro, vincolando le agevolazioni sull’uso del suolo pubblico al contrasto del lavoro nero e rilanciando un osservatorio comunale sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.
Per cultura e scuola, nel comunicato si parla di usare le ex-Stallette come centro di produzione audiovisiva e di avviare percorsi dal basso per la riapertura del Teatro Rossi. Sul fronte dei servizi, la contromanovra si oppone alle esternalizzazioni e chiede reinternalizzazioni, con più risorse per gli appalti e un monitoraggio delle partecipate per garantire livelli occupazionali e salariali. Viene ribadita la contrarietà all’esternalizzazione degli asili nido e si propone un Piano educativo di zona straordinario contro la povertà minorile, insieme al rilancio dei progetti di educazione alle differenze. Tra le richieste anche il rientro nella Rete Ready e nella Rete SAI, per una città definita accogliente e inclusiva.
Infine la parte internazionale, che nel comunicato occupa un passaggio netto. Diritti in Comune parla di “escalation bellica” e di “riarmo europeo” e propone emendamenti per inserire nel DUP obiettivi come il gemellaggio con Gaza e il riconoscimento dello Stato di Palestina. Si chiede anche di interrompere legami istituzionali e commerciali con lo Stato di Israele, citando in particolare Teva, e di promuovere iniziative di solidarietà e sensibilizzazione. La chiusura è una dichiarazione di principio: "Non può esserci buona amministrazione quando, con l'inazione o peggio con il sostegno economico, si è complici di un genocidio."
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