Attualità giovedì 18 aprile 2019 ore 15:00
Dai fanghi delle cartiere ciliegi e mirti indiani
Si chiama “Career: dalla carta alla pianta” il progetto che ha previsto l’uso di fanghi cartari per il recupero del verde urbano
PISA — Sono ben 26 alberi di ciliegio e 26 mirti delle Indie, gli alberi che all’inizio di questa primavera sono stati aggiunti alla vegetazione dell’Area della Ricerca del Cnr di Pisa. Le piante provengono dal progetto “Career: dalla carta alla pianta” che ha sperimentato l’uso di fanghi cartari per il recupero del verde urbano, conclusosi nel 2018.
“Il progetto ha avuto come scopo quello di sperimentare l’utilizzo di fanghi di disinchiostrazione provenienti dalla produzione di carta riciclata – spiega Francesca Bretzel dell’ Istituto di Ricerca sugli Ecosistemi Terrestri del Cnr di Pisa - e miscelati a ammendante compostato verde, il compost, e a materiale vulcanico, come substrato per l’allevamento di piante in vivaio”.
Il fango in questione, è già ammesso per utilizzo in ripristini ambientali e i risultati del progetto hanno evidenziato il successo dello sviluppo delle piante nel terriccio sperimentale e l’assenza di fenomeni di fitotossicità da parte del fango. Il progetto, coordinato da Ise (ora Iret)-Cnr e cofinanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, ha visto come partner il Dipartimento di Ingegneria dell'Energia, dei Sistemi, del Territorio e delle Costruzioni dell'Università di Pisa, e le aziende Vivaio Marino Favilla, BdP azienda di pellettizzazione di Bientina, Europomice e Lucart.
Gli alberi appena piantati sono 26 ciliegi da fiore (Prunus serrulata Kanzan) e 26 di mirto indiano (Lagerstroemia indica), due specie largamente impiegate come ornamentali grazie alle bellissime e colorate fioriture, il ciliegio in primavera, e il mirto in estate.
Nell’Area della ricerca del Cnr pisano, oltre alla presenza di cipressi, pini e albizie, sono stati piantati 15 cloni di olmo (Ulmus Arno), selezionati dall’Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante del Cnr di Firenze (Ipsp-Cnr) resistenti alla grafiosi, malattia fungina che ha decimato questa splendida specie arborea negli anni ‘60.
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