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Attualità giovedì 02 ottobre 2025 ore 17:30

Anticorpi monoclonali contro il super batterio

Lo studio dell’Aoup e dell’Unipi apre nuove prospettive di prevenzione e cura delle infezioni da Klebsiella pneumoniae NDM



PISA — Una svolta nella lotta contro i batteri resistenti agli antibiotici. Su "Nature" è stato pubblicato uno studio innovativo sull’efficacia degli anticorpi monoclonali (cioè copie identiche prodotte in laboratorio di un anticorpo naturale) nel contrastare il superbatterio Klebsiella pneumoniae NDM considerato dall’Organizzazione mondiale della sanità una minaccia prioritaria per la salute pubblica.

Il lavoro nasce dall’attività clinica e di ricerca dell’Unità operativa di Malattie infettive dell’Azienda ospedaliero-universitaria pisana, diretta da Marco Falcone, ordinario di malattie infettive dell’Università di Pisa, con la partecipazione delle infettivologhe Giusy Tiseo e Valentina Galfo, in collaborazione con la Sezione di Microbiologia batteriologica guidata da Simona Barnini. Analizzando i campioni di sangue di pazienti ricoverati e guariti da infezione da Klebsiella pneumoniae NDM i ricercatori hanno identificato anticorpi naturali capaci di neutralizzare il batterio, successivamente ingegnerizzati in laboratorio dal team di Rino Rappuoli, direttore scientifico della Fondazione Biotecnopolo di Siena e figura di spicco mondiale nell’immunologia, già protagonista nello sviluppo degli anticorpi monoclonali anti-Covid.

Gli anticorpi isolati si sono dimostrati particolarmente efficaci contro il clone ST147 della Klebsiella pneumoniae NDM, responsabile di casi clinici endemici in Toscana e diffuso anche in altre aree. Nei test di laboratorio e negli studi condotti in modelli animali presso l’Università di Hartford (USA), gli anticorpi monoclonali hanno mostrato un’azione battericida potente.

“Questo risultato – ha sottolineato Marco Falcone – conferma l’eccellenza della ricerca toscana sulle infezioni da patogeni multiresistenti e apre scenari concreti per nuove strategie terapeutiche. In futuro questi anticorpi potrebbero essere utilizzati sia per la profilassi dei pazienti fragili colonizzati dal batterio, sia come supporto terapeutico nelle infezioni gravi”.

L’Italia è tra i Paesi europei con i più alti livelli di resistenza antimicrobica e la diffusione di enterobatteri multiresistenti, come la Klebsiella NDM, è ormai un problema endemico, in particolare in Toscana. Questo batterio, resistente ai carbapenemi – antibiotici di ultima generazione – può causare infezioni gravi alle vie respiratorie, urinarie, al sangue e alle ferite, con un rischio elevato per anziani, neonati prematuri, pazienti ospedalizzati e persone immunocompromesse.


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