Attualità mercoledì 07 settembre 2016 ore 12:00
Le protesi a prova di carezza
Ricercatori da tutto il mondo a confronto sulle nuove frontiere della neuroriabilitazione. Dalle protesi bioniche ai nuovi dispositivi
PISA — Protesi avveniristiche a prova di carezza, sempre più simili agli arti umani, che miglioreranno sensibilmente la qualità della vita di milioni di pazienti. Nuove terapie basate sulla stimolazione cerebrale che potrebbero curare patologie estremamente diffuse come diabete, obesità, infertilità e cancro.
Sono queste alcune delle principali novità, frutto anche della ricerca della scuola Sant'Anna, che saranno presentate venerdì 9 settembre al Campus Biotech di Ginevra in occasione del Forum Ibsa Foundation for scientific research, un appuntamento che riunirà i massimi esperti di tutto il mondo in questo campo.
“Siamo arrivati al culmine di anni di ricerche – dichiara Silvestro Micera, docente all’istituto di biorobotica e direttore delle unità di ingegneria neurale traslazionale del Politecnico Federale di Losanna – Le neurotecnologie oggi possono offrire importanti vantaggi a numerose categorie di pazienti. Ad esempio possiamo aiutare persone con disabilità neurologiche quali l’ictus, il morbo di Parkinson, le lesioni del midollo spinale o con amputazioni di mano. Per questi pazienti, stiamo sviluppando una mano bionica con la stessa destrezza della mano naturale in grado di compiere i movimenti più delicati con una grande ricchezza sensoriale tattile. La sfida di domani è capire se sia possibile fornire sensazioni ricche e naturali ai pazienti con questo tipo di disabilità e se questo facilita il cosiddetto embodiment, cioè la maggiore capacità di controllo degli arti e di discernimento delle diverse tessiture degli oggetti. Tutto ciò per consentire al paziente di controllare in modo migliore le protesi e restituirgli la possibilità di compiere una serie di azioni quotidiane dopo una malattia o magari dopo un incidente”.
Il Forum di Ginevra sarà anche occasione di confronto nel campo multidisciplinare della medicina bioelettronica.
“E’ sempre più evidente come l’insorgenza di alcune patologie quali il diabete è collegata anche al cattivo funzionamento del sistema nervoso autonomo. Lo sviluppo di dispositivi capaci di ripristinare la corretta attività potrebbe far regredire queste stesse patologie - spiega il professor Micera – Nei prossimi anni saranno sviluppati dispositivi pionieristici che attraverso gli stimoli elettrici agiranno direttamente sul sistema nervoso autonomo e quindi sui meccanismi che governano i nostri organi”.
Proprio per discutere di queste prospettive si riuniranno a Ginevra i massimi esperti internazionali provenienti da tutto il mondo. “Siamo orgogliosi che la Scuola Sant’Anna di Pisa sia tra i protagonisti di questo Forum internazionale su un tema suggestivo e avveniristico che ha e avrà ripercussioni pratiche importanti nella vita dei pazienti - afferma Silvia Misiti, direttore della Ibsa Foundation – Sia nel campo della riabilitazione sia nella cura di patologie molto diffuse, la proficua sinergia tra specialisti di diverse aree scientifiche e diverse nazionalità è alla base dello sviluppo della medicina del domani”.
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