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Attualità giovedì 05 settembre 2024 ore 15:00

Leggi razziali, "Abbiamo il compito di fare più degli altri"

La cerimonia con il sindaco Conti e il presidente della Provincia Angori

Commemorazione nell'anniversario della firma posta a San Rossore. Conti: "Data infausta per la città, la storia ci ha dato responsabilità"



PISA — A 86 anni dalla firma delle leggi razziali, avvenuta a San Rossore nel 1938, Pisa ha ricordato l'anniversario nella cerimonia organizzata dall'amministrazione comunale e dalla comunità ebraica pisana, con il sostegno di Anpi Comitato di Pisa e del Parco regionale di San Rossore.

Dopo il ritrovo alla Sinagoga di Pisa e la deposizione della corona di alloro alla lapide in via Sant’Andrea, che ricorda il sacrificio di Pardo Roques e dei pisani ebrei e non ebrei uccisi dai nazisti, e la deposizione della corona di alloro al cimitero monumentale Ebraico, la cerimonia si è spostata a San Rossore. Dove, appunto, è stata deposta un'altra corona d'alloro alla lapide commemorativa.

"Tra le tante spregevoli conseguenze di quella legge, vi fu l’espulsione dai luoghi di lavoro pubblici, dagli Atenei e dalle scuole, di studenti e docenti ebrei - ha ricordato il sindaco Michele Conti - bravi cittadini italiani si ritrovarono, a causa della loro religione, a subire una discriminazione che li privava del lavoro e del diritto di studiare. Tra loro anche il professor Ciro Ravenna, uno dei più illustri chimici italiani del Novecento".

"Con la pubblicazione delle leggi razziali venne estromesso dall’insegnamento universitario, interrompendo di colpo la sua carriera universitaria e scientifica - ha aggiunto - a Ferrara, sua città natale, verrà arrestato e poi deportato nel campo di concentramento di Fossoli. Da lì sarà condotto ad Auschwitz, sullo stesso treno dove viaggiò anche Primo Levi. Purtroppo Ravenna fu ucciso il giorno stesso del suo arrivo al campo, subendo la stessa sorte che dei suoi fratelli Giorgio e Mario e la sorella Bianca nei mesi successivi".

Anche l'Università di Pisa, dunque, fu colpita dalle epurazioni e discriminazioni che flagellarono l'accademia italiana. "Il 5 Settembre è una data infausta per la nostra città, perché la firma delle leggi razziali avvenne proprio qui dove ci troviamo - ha detto - è come se la storia ci avesse assegnato il compito e la responsabilità di fare più degli altri nell’assumere l’impegno di commemorare e nella lotta contro l’antisemitismo".

"Nel corso degli anni la nostra amministrazione ha rinnovato l’impegno a rafforzare la memoria con segni tangibili: penso all’intitolazione ad Anna Frank della rotatoria tra viale delle Cascine e l’Aurelia, scelta non a caso perché porta proprio a San Rossore dove avvenne la firma della vergogna - ha proseguito Conti - ma anche alla cittadinanza onoraria conferita a Liliana Segre. Penso al melograno, tanto importante nella cultura ebraica da rappresentare il simbolo di onestà, correttezza e giustizia, piantato nella grande area verde che oggi porta il nome di Raffaello Menasci, uno dei venti professori universitari espulsi dall’Ateneo pisano, così come al cambio d'intitolazione da via d'Achiardi a via Giusti tra le Nazioni".

"Impegni, ricordi, simboli e momenti di riflessione che tutti insieme rappresentano, anno dopo anno, un unico atto di restituzione di dignità e memoria a chi, innocente, venne sopraffatto fino alla morte dal tentativo del nazifascismo, per fortuna fallito, della cancellazione del ricordo - ha concluso - un giusto atto di riparazione e un altro passo verso quella memoria condivisa che nella nostra città abbiamo più che mai il compito e il dovere di tenere viva".


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