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Attualità mercoledì 06 aprile 2022 ore 10:40

"A Pisa curiamo tutti, non solo i pisani"

Il pronto soccorso dell'ospedale di Cisanello

L'Azienda ospedaliero universitaria pisana parla di un "equivoco" sulle liste di attesa e sulle polemiche politiche che ne sono derivate



PISA — Una campagna di stampa, cui hanno fatto seguito varie prese di posizione politiche - compresa quella del leader della Lega Matteo Salvini e del sindaco di Livorno Luca Salvetti - ha spinto l'Azienda ospedaliero universitaria pisana a fare chiarezza sulle liste d'attesa, smentendo il fatto che per le visite negli ospedali di Cisanello e Santa Chiara sia data priorità ai pisani.

"A Pisa si curano da sempre pazienti di ogni provenienza - assicurano dall'azienda -, essendo l’Aoup un ospedale ad alta specializzazione e a vocazione chirurgica con un indice di attrattività extraregionale fra i più elevati in Toscana. Ecco perché è necessario chiarire che c’è un equivoco di fondo alla base delle notizie circolate in questi giorni sulla stampa, secondo cui servirebbe il requisito della residenza sanitaria nel territorio pisano per essere curati all’ospedale di Pisa. Questo assunto non corrisponde affatto a verità in quanto in Aoup e in Regione Toscana è sempre garantito l’esercizio della libera scelta del cittadino su tutte le prestazioni erogate dalle Aziende sanitarie. La Regione Toscana richiede inoltre a tutte le Aziende sanitarie di garantire, per un set di 15 tipologie di visite specialistiche, un criterio di prossimità nell’erogazione, combinato al rispetto dei tempi d’attesa".

"Questo per permettere, in un’ottica di sistema regionale - hanno puntualizzato dalla Aoup -, di assicurare ai cittadini la prestazione il più vicino possibile a casa e nel miglior tempo. Rimane comunque sempre attuabile, per i cittadini che desiderino superare il criterio di prossimità, prenotare queste prime visite specialistiche nelle sedi da loro prescelte. Anche riguardo alla presa in carico del paziente - e quindi non la “prima visita” ma il cosiddetto “secondo livello” che comprende tutti i controlli, gli approfondimenti, i follow-up oncologici e per patologie croniche e le visite di elevato contenuto specialistico - si garantisce sempre al paziente la possibilità di rivolgersi alla struttura di sua fiducia".

A propria difesa, dall'ospedale snocciolano alcuni numeri significativi: nel 2019 l’attività ambulatoriale complessiva per pazienti esterni ha registrato 4.522.822 prestazioni, di cui 3.882.074 erogate a pazienti residenti in tutta la Toscana e 640.748 per pazienti residenti in altre Regioni. Non differisce di molto il 2021, che ha registrato un totale di 4.438.046 prestazioni, di cui 3.871.920 su pazienti toscani, 566.126 su pazienti fuori Regione.

Volendo invece considerare quelle erogate su pazienti residenti in Toscana, emerge che nel nel 2019, sul solito totale di 4.522.822, 2.043.592 prestazioni sono state erogate su pazienti dell’area pisana, 488.232 su pazienti livornesi, 376.949 su pazienti della Zona Valdera-Alta Valdicecina, 259.014 su pazienti lucchesi etc etc. E il 2021 non differisce di molto da questi volumi.

In replica a Matteo Salvini, che ha ripreso la vicenda di una paziente oncologica operata a Pisa di tumore al seno, per la Aoup è "opportuno precisare che la signora, prima che la patologia si manifestasse, era nella fascia d’età compresa nello screening e dunque, per disposizioni nazionali, legata al territorio di residenza per le visite di prevenzione".

"Il Centro senologico dell’Aoup è infatti un Centro clinico che si fa carico della patologia mammaria conclamata - ricordano dall'azienda sanitaria - , con oltre la metà delle pazienti trattate proveniente da fuori Pisa, tant’è che la paziente è stata regolarmente presa in carico e operata a Pisa. Il trattamento oncologico successivo all’intervento - in questo caso specifico le sedute di radioterapia - viene concordato con l’oncologo di riferimento e il paziente sceglie dove effettuarlo (in genere, anche per comodità, si sceglie l’ospedale più vicino) solo che, in quel periodo, per una concomitanza di eventi, un acceleratore lineare della Radioterapia di Livorno era in fase di sostituzione e l’Aoup aveva una macchina funzionante su due per guasto, ecco perché non è stato possibile garantire la presa in carico nei tempi congrui".


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