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Cronaca giovedì 21 novembre 2019 ore 17:45

Parole in codice celavano la maxi rete di spaccio

Stroncata una vasta filiera distributiva di cocaina e marijuana che, da San Miniato e Castelfranco di Sotto, riforniva il litorale pisano



PISA — Cinque persone sono finite ai domiciliari nel corso di una vasta operazione antidroga scattata all'alba di oggi.

La polizia ha dato esecuzione a cinque ordinanze di custodia cautelare al domicilio nei confronti di tre italiani e due cittadini albanesi, per il reato di detenzione e cessione di sostanze stupefacenti aggravata e continuata in concorso tra loro. I tre italiani sono nativi di Napoli ma, da anni, residenti nel territorio pisano e sono i componenti di un nucleo familiare composto da una donna di 45 anni, il figlio appena maggiorenne, entrambi incensurati, e il suo convivente, di 47 anni, con precedenti penali, tutti residenti a Marina di Pisa, mentre i due albanesi, entrambi trentacinquenni, risultano incensurati e da anni residenti nella provincia pisana, nei comuni tra San Miniato e Castelfranco di Sotto.

L’indagine nasce da una “costola” dell’omicidio del 19enne Jarmouni Yahou, freddato a colpi di pistola nella pineta di Marina di Pisa l’8 dicembre 2017. Dall’ascolto delle intercettazioni telefoniche eseguite dalla squadra mobile e attivate a seguito dell’omicidio e per l’accertamento di quei fatti sono emersi degli importanti indizi di reato in merito ad una fiorente attività di spaccio, che riguardava tutto il territorio del litorale, per poi risalire all’entroterra pisano. Proprio per questo motivo, la procura di Pisa ha proceduto a stralciare il procedimento, che è diventata poi un’indagine autonoma che ha ricostruito oltre 150 vicende di spaccio tra il 2018 e il 2019.

I cinque infatti, secondo quanto emerso dalle attività investigative svolte, andrebbero a comporre gli ultimi anelli di una importante filiera distributiva di cocaina e marijuana che, dai comuni di San Miniato e Castelfranco di Sotto andava a rifornire le zone del litorale pisano, con decine di clienti e centinaia di cessioni documentate.

Anello intermedio di questo traffico era costituito dai due albanesi che si rifornivano di sostanze stupefacenti all’ingrosso, poi cedute dietro compenso al dettaglio, nei confronti della famiglia napoletana che, sul litorale, si occupava di rifornire i consumatori, prevalentemente soggetti frequentatori delle aree della movida estiva, tra cui diversi minorenni.

L’attività investigativa, che è stata svolta abbinando le intercettazioni telefoniche ai metodi di indagine tradizionale, ha consentito di appurare le metodologie del gruppo nell’attività di spaccio. Il più giovane del gruppo, appena maggiorenne, rivolgeva la propria attività di pusher prevalentemente nei confronti dei coetanei e minorenni, che riceveva a casa per perfezionare le cessioni. I due adulti della famiglia, oltre a curarsi del commercio al dettaglio, erano quelli che intrattenevano i rapporti con i fornitori.

Il gruppo riceveva gli acquirenti a casa, spesso azzardando consegne in zone pubbliche, quali il lungomare. Le tecniche utilizzate, vanamente, per eludere possibili intercettazioni erano frasi in linguaggio criptico quali: “Andiamoci a prendere un caffè”, per organizzare l’incontro, mentre la parola in codice utilizzata per vendere la droga erano “le piastrelle” o “le reti da pesca”. Dalle cuffie, gli investigatori, capivano che quello era il segnale per una cessione importante, circostanza che portava successivamente a riscontrare quanto ipotizzato, fermando dopo il perfezionamento dello scambio l’acquirente con la sostanza stupefacente. Importanti sono state anche le dichiarazioni rese dagli acquirenti, consumatori, dopo essere stati fermati dalla polizia. Un ragazzo, appena sedicenne, cliente abituale, ha affermato di aver acquistato anche per 40 volte dal gruppo di napoletani di Marina di Pisa. Così come molti altri clienti abituali. Le indagini infatti, hanno consentito di dimostrare oltre 150 cessioni, con un campione di clienti trasversale, da soggetti minorenni a persone di età matura.

I rapporti tra il nucleo di napoletani e i fornitori albanesi, era intrattenuto prevalentemente dal capofamiglia. Lo stesso, infatti, al momento di “rinnovare” l’acquisto della sostanza stupefacente contattava i referenti per concordare la consegna. Al momento dell’indagine nell’ambito dell’omicidio Jarmouni, i rapporti tra gli albanesi e i napoletani risultavano idilliaci. Dalle indagini successivamente avviate nel “nuovo” filone investigativo i rapporti risultavano incrinati, verosimilmente, per un rapporto di debito non soluto da parte dei napoletani verso gli albanesi.

In questa seconda fase del rapporto, intorno a marzo del 2019, gli albanesi avevano pertanto intessuto nuove relazioni per la distribuzione dello spaccio, rivolgendosi ad altri interlocutori.

In quella circostanza, la Squadra Mobile è riuscita ad intercettare, a marzo del 2019, una cessione importante di cocaina, di circa mezzo etto, avvenuta a San Miniato ad opera dei due nei confronti di terzo altro albanese, successivamente fermato ed arrestato a Volterra.

L’indagine ha consentito di accertare anche l’ingente quantitativo di sostanza stupefacente di cui i due stranieri disponevano. Infatti, un altro testimone chiave nella vicenda, un consumatore e cliente diretto dei due, ha dichiarato alla Polizia, sentito come testimone, di aver ricevuto dagli albanesi l’offerta di spacciare per conto loro durante un incontro finalizzato all’acquisto di droga per uso personale, avvenuto a Castelfranco di Sotto e, in quella circostanza, uno dei due gli avrebbe mostrato la disponibilità di oltre 600 grammi di cocaina.

Alla luce del compendio indiziario raccolto, il pubblico ministero titolare dell’indagine ha chiesto e ottenuto dal giudice per le indagini preliminari la misura degli arresti domiciliari per i cinque. Questa mattina all’alba è scattata l’esecuzione delle misure. Gli uomini della Squadra Mobile si sono diretti nei luoghi di residenza dei soggetti a Marina di Pisa, Castelfranco di Sotto e San Miniato. Quattro dei cinque sono stati rintracciati nella nostra provincia, mentre il quinto, il napoletano di 47 anni, è stato rintracciato dalla Squadra Mobile di Napoli, dopo alcune perquisizioni svolte tra i quartieri di Miano e Scampia in alcuni luoghi nella disponibilità dei parenti dello stesso, all’interno dell’appartamento del fratello, nel quartiere Arenella. Nell’ambito delle perquisizioni svolte in occasione dell’esecuzione della misura svolta, sono stati rinvenuti i telefoni cellulari utilizzati dagli spacciatori per le negoziazioni. Attualmente i soggetti sono ristetti al domicilio in attesa dell'interrogatorio con il giudice per le indagini preliminari.


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