Piovanelli, "l'attacco è leggero, ma è ancora presto"

PISA — Nella settimana della sosta è tempo di analisi, prima di Pisa-Verona del prossimo 18 ottobre, prima sfida salvezza per i nerazzurri. Abbiamo intervistato Lamberto Piovanelli, ex centravanti di entrambe le squadre. Bandiera del Pisa a fine anni ’80, ha chiuso la carriera proprio a Verona, dove nel 1993 incrociò l'ex tecnico Inzaghi. Con lui abbiamo parlato dell’attuale momento difficile della squadra, ma anche dei ricordi personali legati alla sfida di sabato 18 Ottobre.

Piovanelli, il Pisa è ultimo dopo sei giornate. Tante attenuanti o si poteva fare di più?
"Si poteva fare di più sicuramente, però l'inesperienza ha inciso molto. Quando le cose non vanno, come sta succedendo al Pisa, non c'è una sola causa. Il mercato ha presentato delle criticità e secondo me, specialmente in avanti, la squadra è corta. Ma siamo solo alla settima giornata. Il tempo ci sarebbe, è ancora presto, ma ora ci vuole una svolta".

La squadra però ha giocato anche partite positive, a parte Bologna...
"Ha giocato bene contro la Fiorentina, anche se i Viola ultimamente vengono asfaltatati da tutti. Col Napoli era difficile e con Atalanta e Roma ha fatto buoni primi tempi, mi ha però preoccupato quando gli altri alzavano il ritmo, è in quel frangente che il Pisa è andato in difficoltà".

Cinque avversarie europee su sei. Ci può stare partire male no?
"Sì, ma alla fine dell'anno devi fare punti anche con queste squadre, altrimenti la salvezza non la raggiungi. Gli scontri diretti sono importanti, certo, ma se non porti a casa niente contro i top club poi i conti non tornano. Non bastano dieci partite per salvarsi. Servono almeno 35 punti e ci sono 4-5 squadre alla nostra portata".

La strada è tutta in salita?
"Sì, ma il tempo c'è. Tocca a loro trovare la soluzione: alla squadra, all'allenatore. Sono loro che vanno in campo e sanno come stanno le cose. A me, da fuori, sembra che abbiamo poche frecce al nostro arco".

Il problema principale è l’attacco quindi?
"Non si tira in porta, non si segna. Là davanti c'è Nzola che combatte da solo ma non tira mai. Non costruiamo vere azioni da gol, siamo leggeri ovunque. Non siamo quella squadra che schiaccia l’avversario. L’anno scorso eri secondo perché avevi una struttura forte, un allenatore dominante. Quest’anno speravi in qualche giocata, qualche guizzo… per ora, non si vede nulla".

E sabato 18 ottobre arriva il Verona. Una partita che conosci bene.
"Sì, è il primo vero scontro diretto. Verona è una piazza che conosco e a cui sono legato, anche se lì ho giocato poco".

Che ricordo hai di Verona?
«Avevo 29 anni ma ero già pieno di acciacchi. Quell’estate arrivò in ritiro un ragazzo, un certo Pippo Inzaghi, e in panchina c’era Bortolo Mutti. Al primo allenamento dissi: “Questo è un animale da area di rigore. Se c’è lui, io non gioco più”. Feci le valigie e andai a Perugia. Ma ho anche un altro aneddoto. Una volta Pippo entrò in campo con le scarpe slacciate. Io glielo feci notare, ma lui mi rispose: “Così entro meglio in partita”. Da lì capii che era fuori di testa in senso buono. Un matto vero. E infatti ha fatto la carriera che ha fatto".

E' rimasto legato a lui nonostante la partenza dal Pisa?
"Sì, siamo amici, gli posso augurare solo il meglio a Palermo".

Tornando all'attualità invece, che gara si aspetta col Verona?
"Il Verona mi ha fatto una buona impressione contro la Juventus e ha fatto una grande partita. E' una squadra da tenere in considerazione e da affrontare con occhi bene aperti. Ha ripartenze fulminee. Sono una squadra che sta bene e ha individualità importanti. Non sarà una gara facile per il Pisa, nessuna lo è".

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