Via le tende, firmato l'accordo con il Comitato

Il gruppo di Sant'Ermete per l'autorecupero degli alloggi ha ottenuto la firma da Comune e Apes per assegnare immediatamente uno degli alloggi

PISA — L'accordo sull'autorecupero di alloggi nel quartiere di Sant'Ermete è stato firmato da Comune, Apes e Comitato Sant'Ermete. Lo hanno annunciato i membri del Comitato stesso, protagonisti di un presidio lungo 24 ore in piazza XX Settembre.

Finisce dunque la protesta delle famiglie in emergenza abitativa e i componenti del Comitato del quartiere, che dopo la firma dell'accordo hanno deciso di lasciare la piazza e di smontare le tende.

"Il testo è una vittoria per tre motivi - hanno spiegato dal Comiato - perché il Comune, che non aveva mai risposto, dà ora mandato ad Apes di avviare la realizzazione del progetto di autorecupero. Quindi, perché viene riconosciuto che questo progetto di ripopolamento del quartiere, nella parte di abitazioni Erp da anni disabitate e senza alcuna destinazione, vada fatto insieme a chi fino a oggi ha lavorato concretamente per prendersene cura. Infine, perché viene immediatamente assegnato uno degli appartamenti autorecuperati".

"Detta più semplicemente, le famiglie e le persone che fino a oggi si sono prese cura del quartiere hanno avuto la garanzia che queste case saranno abitate - hanno aggiunto - dal 16 Dicembre la nostra comunità ha svolto cinque assemblee pubbliche, 20 giornate di lavori comunitari negli alloggi custoditi, tre manifestazione pubbliche e tre incontri con Apes, Comune e Società della Salute. In assenza di risposta da parte dell'amministrazione comunale sul progetto, sono state piantate le tende".

Dopo la firma, per il Comitato, c'è ancora da fare. "Mercoledì prossimo (10 Maggio, ndr) faremo un'assemblea aperta della comunità per coordinare il progetto di autorecupero - hanno concluso - dobbiamo preparare la conferenza del 19 e 20 maggio, per il nostro decimo compleanno, sul futuro delle case popolari. Per affrontare gli altri punti dello stato di agitazione, per coinvolgere gli altri quartieri nella battaglia per la giustizia abitativa e cambiare la gestione dell’edilizia residenziale pubblica".

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