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Attualità giovedì 04 dicembre 2025 ore 09:30

Zerocinquanta, l'anonimo duo che fa cantare l'AI

Due ragazzi pisani, un nome che è il prefisso di casa, una voce generata dall’AI e una delle loro canzoni riprodotta allo stadio dal Pisa



PISA — Due ragazzi di Pisa, una maschera di Dalì, tanta curiosità per l’intelligenza artificiale e un’idea semplice: provare a fare musica in modo diverso, restando però attaccati alla propria città. Tanto da spingere il Pisa a mandare in onda una loro canzone la sera dell'ultima partita interna contro l'Inter

Così è nato Zerocinquanta, il duo che firma le canzoni con il nome del prefisso cittadino, 050, e che ha scelto di usare una voce generata dall’AI al posto di quella umana. "Il nostro modo di fare musica è con l’intelligenza artificiale, ma partendo sempre da noi", hanno raccontato, contattati dalla redazione di Qui News Pisa. "Scriviamo i testi, facciamo le melodie e poi, grazie a dei programmi, cerchiamo di creare una voce adattandola alla musica, alla melodia e al testo".

Da circa un anno questo meccanismo è diventato il marchio di fabbrica del progetto: i brani nascono in modo tradizionale, con carta, penna e tastiera, e solo dopo entra in gioco la parte digitale. "Non siamo noi a cantare ma è l’intelligenza artificiale stessa, e questa per noi è un’innovazione" spiegano i due, che nel frattempo sono passati da 50 Canale, Granducato Tv, PuntoRadio e altre emittenti per raccontare il loro esperimento.

L’idea e la voglia di fare qualcosa di diverso. Zerocinquanta è figlio anche di una certa stanchezza verso la musica “tutta uguale”. "Oramai è molto frequente vedere persone che si affacciano al mondo musicale ma molto spesso con generi e modi troppo simili tra loro" dicono. "Allora noi volevamo fare qualcosa di diverso. Che poi funzioni o no è tutto da vedere, ma integrare AI all’essere umano è sicuramente una novità e farla funzionare poi spetta a noi. Siamo sicuramente contenti delle canzoni che riusciamo a far venire fuori".

L’idea è maturata quasi per caso, in hotel, davanti a un programma per creare basi musicali. Da lì i primi esperimenti, poi la decisione di costruirci intorno un vero progetto, con un nome, e un’estetica.

Anonimi dietro la maschera di Dalì. Chi siano davvero i due, però, non si sa. E non è un dettaglio. "L’anonimato nasce esclusivamente per mantenere un alone di mistero che, in questi casi, secondo noi può intrigare di più chi ci vede da fuori" spiegano. Nessun volto sui social, solo la maschera di Dalì resa famosa da “La Casa di Carta”. La scelta della maschera, raccontano, è arrivata quasi per scherzo: "Nasce da una festa in maschera, in cui i membri di Zerocinquanta si sono vestiti casualmente dallo stesso personaggio". Da lì è diventato il loro simbolo. Sul futuro, però, lasciano la porta aperta: "Sullo svelare l’identità, chissà… magari tra un giorno o tra un anno, la volontà c’è".

Pisa nel nome e nei testi. Nonostante il mistero sui volti, il legame con la città è esplicito. "Il nostro nome è Zerocinquanta perché siamo di Pisa, il prefisso 050 è parte di noi" dicono."Pisa e il Pisa sono sicuramente parte integrante della nostra storia. Siamo da sempre appassionati alla squadra e sentire una nostra canzone alle casse della Cetilar Arena è sempre stato uno dei nostri sogni nel cassetto". Nei brani i riferimenti non mancano. "In “Pezzi di cuore”, così come in altre canzoni, i richiami al Pisa Sporting Club ci sono sempre… poi si sa, a volte i sogni si realizzano" sorridono. L’idea è che la città diventi uno dei loro tratti riconoscibili: luoghi, clima, tifo, tutto può finire dentro i testi.
Su Spotify li si trova cercando “Zerocinquanta” o “050 in lettere”, mentre sui social il profilo è @iamzerocinquanta, anche su TikTok e YouTube. 

Come funziona davvero la parte AI. Intorno al progetto ruota una domanda costante: quanto è “umana” la loro musica? Loro ci tengono a chiarire i confini: "Molti pensano che noi chiediamo al pc: “Creaci una canzone che parli di…” ma non è così. Nelle nostre canzoni i testi e le basi sono tutte fatte da noi, soltanto la voce viene modificata tramite AI e questo per noi è il concetto di essere di supporto all’essere umano".
L’intelligenza artificiale quindi non scrive, non compone e non decide per loro. Viene usata per costruire una voce su misura, che possa rispondere alle loro richieste di timbro e stile. Nelle interviste lo spiegano con una formula semplice: "Gli artisti che fanno della loro voce quella dell’intelligenza artificiale".

Su un tema così sensibile, le reazioni non potevano che essere contrastanti. "Su questo aspetto abbiamo ricevuto delle critiche, comprensibili" ammettono. "Capiamo che l’AI non è vista da tutti come un’opportunità ma come una minaccia. Noi crediamo semplicemente che questo mezzo debba essere un supporto per l’essere umano, non sostituirlo e, non facendo del male a nessuno, che problema ci sarebbe?" Per cercare un confronto diretto con chi li segue, il duo usa molto i social. "Le critiche e i dubbi sono tutti legittimi, per questo cerchiamo di instaurare un rapporto vero con chi ci segue, soprattutto su Instagram, su @iamzerocinquanta, chiedendo spesso feedback" spiegano. "Il nostro invito è di ascoltare Zerocinquanta su Spotify o YouTube, per scoprire cosa c’è dietro il nostro mondo. Portiamo Pisa in alto".

Nel frattempo il repertorio cresce. La prima uscita è stata “No more ignoring”, in inglese. Poi “Pezzi di cuore”, che loro stessi definiscono «probabilmente la nostra canzone preferita», con dentro anche il riferimento al Pisa. A seguire “PSA-BCN”, scritta durante un viaggio a Barcellona, e l’EP “Italiana Summer”, sei tracce pubblicate la scorsa estate. 

Michele Bufalino
© Riproduzione riservata


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