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Lavoro venerdì 30 dicembre 2022 ore 14:59

"Più ombre che luci per la nostra agricoltura"

Foto di repertorio

Cia Etruria ha stilato un bilancio della situazione per le province di Livorno e Pisa, guardando con fiducia verso la programmazione 2023-2027



LIVORNO — A quasi un anno di distanza dalla costituzione di Cia Etruria, che riunisce gli agricoltori delle province di Livorno e Pisa, si stila il bilancio del settore senza nascondere la forte preoccupazione anche alla luce di alcuni dati estrapolati dal 7° Censimento Agricoltura dell'Istat.

"Il percorso che abbiamo intrapreso non è stato facile e non lo sarà nemmeno nei prossimi mesi e anni anche perché il settore primario sta attraversando una fase molto difficile dove ai problemi storici se ne sono aggiunti altri legati essenzialmente a due eventi drammatici e inaspettati come la pandemia legata al Covid e la Guerra in Europa scatenata dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. - si legge nel comunicato di Cia Etruria - Un 2022 di più ombre che luci per la nostra agricoltura, sia sul livello nazionale che nei territori".

"L’incremento esponenziale dei costi di produzione, legato prevalentemente all’impennata dei costi energetici ha avuto effetti negativi su tutti i settori agricoli, così come effetti pesanti li ha determinati la siccità con l’assoluta mancanza di pioggia per diversi mesi dell’anno. - hanno spiegato - I cereali hanno raggiunto prezzi di mercato forse mai raggiunti in precedenza, ma il beneficio per i produttori è stato in buona parte annullato dai costi sostenuti, stessa analisi si può fare per i settori ortofrutticolo, vitivinicolo e olivicolo, particolarmente colpiti anche dalla siccità. Situazione molto pesante per la zootecnia, bovina, ovina, suinicola, dove il fattore incremento costi di produzione ha inciso in maniera ancora più pesante costringendo addirittura alla chiusura alcune aziende. Bene l’agriturismo con un recupero importante di presenze molto frenate dal Covid negli anni precedenti. Resta grave il problema dei danni da selvaggina alle coltivazioni. In questo caso Cia Etruria chiede con forza la messa in atto di provvedimenti più efficaci a tutela degli agricoltori e anche della sicurezza dei cittadini".

In questo contesto, inoltre, suscitano molta preoccupazione i primi dati messi a disposizione dall’Istat, relativi al 7° Censimento dell’agricoltura che si è svolto nel 2020. Dati che evidenziano una situazione ancora più drammatica di come era percepita.

Con la rilevazione 2020, in Toscana risultano 52.146 aziende e una superficie agricola utilizzata totale di 640.110 ettari. Nel 2010 le aziende agricole censite in Toscana erano 72.686, dunque ne risulterebbero perse circa 20mila (-28%) con relativa perdita di oltre 100mila ettari coltivati. In Toscana, sempre dal censimento, sono oltre 70mila gli addetti in aziende a conduzione familiare, così come 70mila sono gli addetti per manodopera non familiare.

"Con il 2023 partirà la nuova programmazione europea 2023-2027. - ha ricordato Cia Etruria - Sono attesi provvedimenti importanti che saranno gestiti dagli Stati Centrali e dalle Regioni. Ci aspettiamo una maggiore attenzione al sostegno del reddito degli agricoltori, perchè senza reddito la nostra agricoltura non avrà futuro. Questa attenzione in funzione del reddito non è e non sarà sufficiente se riguarderà solo i provvedimenti di sostegno come la Pac o come i bandi del Pnrr, ma servirà complessivamente in tutte le scelte amministrative, anche quelle degli Enti Locali che riguardano ad esempio i servizi socio sanitari e il sistema infrastrutturale delle aree più disagiate. Cia Etruria - ha concluso - è a disposizione delle Istituzioni e degli Enti territoriali per segnalare le criticità che riguardano prevalentemente gli agricoltori e le aree rurali, ma è anche a disposizione per mettere in campo idee, proposte e progetti, forti delle nostre competenze e della conoscenza del territorio".


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