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Lavoro giovedì 10 dicembre 2015 ore 10:41

Un trimestre difficile per l’industria pisana

industria

In calo la produzione (-1,5%), cresce il fatturato estero (+0,7%). Bene la media-grande industria , lieve recupero per fine anno



PISA — Nel terzo trimestre 2015 l’andamento della produzione manifatturiera italiana (+1,7%) risulta decisamente più vivace rispetto a Germania (+0,7%) e Francia (+0,5%). La crescita del Belpaese, tuttavia, è però fortemente “auto-centrica”: a fronte di cali tendenziali consistenti nei tradizionali settori del Made in Italy, è infatti l’auto (+49,2%) ad incidere sul dato complessivo.

A causa di un mix settoriale sbilanciato verso il sistema moda, l’indagine condotta su di un campione di 139 unità locali manifatturiere pisane con oltre 10 addetti segnala, per il terzo trimestre 2015, un’ulteriore flessione della produzione: -1,5% rispetto al medesimo periodo del 2014. Negative, infatti, sono le performance delle calzature e del pelli-cuoio, cui vanno ad aggiungersi la contrazione dell’elettrometalmeccanica. Crescono invece gli altri settori manifatturieri all’interno dei quali sono presenti il vetro e la chimica-farmaceutica.

Oltre alla produzione anche il fatturato segna, nel terzo trimestre, una battuta d’arresto: -0,3%. Tuttavia, e questo è certamente un segnale da cogliere, quello realizzato oltre frontiera torna a crescere (+0,7%). Gli ordinativi continuano la loro fase discendente (-1,4%), ma anche in questo caso, quelli provenienti dai mercati esteri rimangono stabili rispetto allo scorso anno.

Prosegue nel terzo trimestre, grazie agli incentivi fiscali, la crescita dell’occupazione (+2,3% rispetto al medesimo periodo del 2014). Ciononostante, il numero di occupati nell’industria manifatturiera pisana è stimato ancora un 15% al di sotto rispetto al picco pre-crisi (2008). Segnali contrastanti anche dalla cassa integrazione guadagni: le ore autorizzate scendono a quota 1,2 milioni ma, oltre un milione sono riconducibili alle componenti più problematiche come quella straordinaria ed in deroga.

Altri segnali di come l’industria pisana non stia viaggiando a pieni giri vengono dal grado di utilizzo della capacità produttiva installata (sceso nel terzo trimestre 2015 al 73,2%, il valore più basso da inizio 2011) e dai giorni di produzione assicurata (67 giorni, il livello più basso degli ultimi dodici mesi).

Le unità produttive di maggiori dimensioni (oltre 49 addetti), segnano i risultati migliori su molti fronti. Crescono, nel terzo trimestre 2015, tanto la produzione (+0,1%) che, soprattutto, il fatturato (+2,7%). In terreno positivo anche gli ordinativi (+0,9%) mentre l’occupazione cala lievemente (-0,6%). Le piccola industria (da 10 a 49 addetti) perde invece sia in termini produttivi (-3,0%) che di fatturato (-3,3%). Gli ordinativi delle piccole industrie lasciano sul terreno il 3%.

Buona parte dei settori registrano, nel periodo luglio-settembre, una contrazione sia della produzione che del fatturato. Ancora una volta il peggior risultato è segnato dalle calzature (-4,7% la produzione e -5,1% il fatturato) seguito a ruota del pelli-cuoio che perde il 3,4% della produzione ed il 4,4% del proprio giro d’affari. Andamento differenziato, in ragione della sfasatura temporale tra produzione e fatturazione, quello della metalmeccanica-mezzi di trasporto ed elettronica che perde il 4,1% della produzione a fronte di una crescita del 2,7% del fatturato. Evoluzioni migliori quelle delle Altre manifatture (a Pisa soprattutto vetro, chimica-farmaceutica-gomma-plastica) che accrescono la produzione dell’8,3% (-5,4%) mentre il fatturato rimane tutto sommato stabile (-0,1%).

Le attese imprenditoriali segnano un lieve recupero per la fine dell’anno. Il clima di fiducia passa da un saldo tra “ottimisti” e “pessimisti” nullo ad uno leggermente positivo. A migliorare, tra i diversi sotto-indici, sono quelli relativi alla domanda internazionale e alla produzione mentre rimangono negative le attese per la domanda interna e l’occupazione.

“I dati che oggi diffondiamo - afferma il presidente della Camera di Commercio di Pisa Valter Tamburini - segnalano come l’industria pisana stia ancora viaggiando a scartamento ridotto. Pesano, rispetto al più favorevole quadro nazionale, un diverso mix di specializzazione settoriale che al momento penalizza le aziende delle calzature e del cuoio. Tuttavia, le buone performance registrate sui mercati internazionali mettono in luce come il nostro tessuto produttivo abbia saputo sfruttare le favorevoli condizioni esterne quali l’indebolimento dell’euro e la flessione del costo delle commodities. Per cogliere al meglio questa occasione, è però indispensabile rafforzare la nostra presenza sui mercati esteri. Nel corso del Roadshow Ice tenutosi a Pisa lo scorso settembre stimavamo in 600 il numero di imprese che pur avendo tutte le carte in regola per internazionalizzarsi, non lo avevano ancora fatto. Per questo – prosegue Tamburini - rinnovo l’invito alle imprese pisane ad utilizzare i servizi messi disposizione dalla Camera di Commercio attraverso l’Ufficio promozione ed internazionalizzazione quali il primo orientamento – Worldpass ed i corsi di formazione specialistica ma anche a partecipare alle fiere e agli incoming che organizziamo nel corso dell’anno.”


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