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Attualità mercoledì 04 maggio 2016 ore 17:00

Il palazzo “dei Miracoli”

Nella più famosa piazza della città, un edificio fatiscente. Guarda la Torre Pendente e ancora non riesce a trovare un acquirente



PISA — Appena ci avviciniamo a Piazza dei Miracoli, il nostro sguardo viene catturato dalla bellezza dei monumenti e dalla loro magia. Non ci accorgiamo così che, proprio di fronte alla famosa torre, si trova un palazzo in stato di abbandono con l’intonaco cadente ed evidenti segni di incuria.

Si tratta dell’Ospizio dei Trovatelli, in origine chiamato Ospedale della Pace e del Principe che, costruito nel 1315, aveva la funzione di ospitare i malati. Agli inizi del XIV secolo, divenne poi un orfanotrofio, da qui il nuovo nome. Tre secoli più tardi, con la riforma sanitaria del Granduca Pietro Leopoldo di Toscana, l’edificio divenne di proprietà dell’Ospedale Santa Chiara al quale, ancora oggi, appartiene.

Il palazzo, malgrado sia in vendita da alcuni anni, non ha ancora trovato un acquirente. Ci sono state numerose manifestazione di interesse: tra cui quella dei bancarellai di piazza Manin, disponibili a fare di questo palazzo la loro sede, o quella di investitori arabi. Nessuno di questi progetti si è però si è tradotto in un’offerta di acquisto concreta.

Nel tempo si sono verificati anche crolli di alcune parti della facciata che hanno reso necessario l’intervento dei vigili del fuoco e la messa in sicurezza dell’area.

Un degrado che costituisce una stonatura architettonica all’interno dello scrigno della piazza che contrasta con la perfezione del complesso marmoreo.

Da una parte, infatti, lo splendore di un complesso monumentale che testimonia il passato importante della città, dall’altra la decadenza e la trascuratezza del presente.

Si crea, così, una situazione paradossale che vede opere antiche perfettamente conservate e costruzioni lasciate al loro destino. Questo contrasto sembra avvalorare le parole di Pier Paolo Pasolini che, in un suo scritto, ha parlato del passaggio repentino “dal sublime al brutto” come caratteristica, per lui romantica, di Pisa.

Viola Luti
© Riproduzione riservata


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