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Attualità venerdì 17 ottobre 2025 ore 09:30

Dal Sant'Anna una terapia contro l'osteoartrosi

Il professore della Scuola Superiore Sant'Anna Leonardo Ricotti

Un team di ricerca della scuola pisana e del Rizzoli ha studiato un trattamento che rigenera il tessuto cartilagineo e riduce i livelli infiammatori



PISA — Una nuova speranza nella lotta contro l’osteoartrosi, una delle malattie articolari più diffuse e invalidanti al mondo. Un team di ricerca della Scuola Superiore Sant'Anna e dell'Irccs Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna, in collaborazione con centri di ricerca e aziende Europee, ha compiuto un passo promettente verso lo sviluppo di terapie rigenerative capaci di restituire funzionalità e benessere alle articolazioni danneggiate.

Lo studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica "Biomaterials", costituisce il traguardo conclusivo del progetto europeo Admaiora, coordinato da Leonardo Ricottiprofessore di Bioingegneria della Scuola Sant’Anna. Il gruppo di ricerca è riuscito a dimostrare il potenziale di un trattamento terapeutico all’avanguardia che, attraverso la combinazione tra biomateriali intelligenti e cellule staminali, riduce i livelli infiammatori dell’articolazione e rigenera il tessuto cartilagineo.

Già un anno fa il gruppo di ricerca aveva ottenuto risultati incoraggianti in vitro utilizzando cellule umane in laboratorio. Oggi i ricercatori hanno dimostrato in modelli preclinici che un biomateriale iniettabile caricato con cellule staminali e nanomateriali intelligenti, unito a una stimolazione a ultrasuoni controllata, favorisce la rigenerazione del tessuto artrosico danneggiato e un miglioramento complessivo della salute dell'articolazione del ginocchio.

“È un risultato entusiasmante, che conferma il potenziale della ricerca italiana nel campo delle tecnologie per la medicina rigenerativa – ha commentato Ricotti – e apre speranze per la futura cura dei pazienti con osteoartrosi. Allo stesso tempo, è importante sottolineare che serviranno ancora anni di studi e nuovi finanziamenti prima che queste scoperte possano tradursi in terapie concrete per i pazienti.”

La dottoressa Matilde Tschon, ricercatrice dell’Istituto Ortopedico Rizzoli, ha poi sottolineato che “questi significativi traguardi sono stati raggiunti grazie alla dedizione dei ricercatori e dei medici coinvolti e alle diverse competenze messe in campo, a riprova del valore e dell’importanza della ricerca traslazionale, cioè quella svolta in un ospedale di ricerca come il Rizzoli, condotta anche sul territorio nazionale”.

“Per passare alla prossima fase di questa importante ricerca ci stiamo attivando al fine di individuare altri fondi. Lo studio condotto ha dimostrato l’efficacia e le incredibili potenzialità di questo trattamento combinato, il prossimo passo - ha concluso Gina Lisignoli, ricercatrice dell’Istituto Ortopedico Rizzoli - sarebbe la pianificazione di un trial, cioè uno studio clinico con i pazienti”.


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