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Attualità lunedì 15 febbraio 2016 ore 18:00

Imprenditrice recupera 220mila euro

Primo bilancio dei due mesi e mezzo di attività dello sportello AntiEquitalia voluto a Pisa dal Movimento Cinque Stelle con una storia simbolica



PISA —

"Un'imprenditrice ha recuperato 220 mila euro grazie allo sportello AntiEquitalia del Movimento 5 Stelle, una buona notizia che ci inorgoglisce, soprattutto perché frutto del lavoro professionale e gratuito di volontari che in due mesi e mezzo hanno già trattato cartelle per 1,5 milioni di euro". Inizia con questa storia di speranza la conferenza stampa condotta dal consigliere regionale M5S Giacomo Giannarelli sul primo bilancio del punto d'ascolto toscano S.O.S. AntiEquitalia, sito a Pisa in via fiorentina 214c (c/o Polo Rimedia) e aperto tutti i mercoledì dalle 15 alle 19 dal 27 novembre scorso.

A raccontare la vicenda dell'imprenditrice, che per motivi di riservatezza ha preferito non comparire, Gabriele Pardo e Luca Auricella, i due volontari dello Sportello che hanno seguito la pratica:

"La signora vantava circa 220 mila euro di crediti dal Ministero dei Trasporti per alcuni lavori al Porto di Livorno. Mentre quest'ultimo tardava di 8 mesi a pagare, Equitalia esigeva dall'azienda 60 mila euro di debito previdenziale non saldato proprio a causa di questo ritardo nei pagamenti" .

"Ci ha molto colpito - hanno aggiunto i volontari - che la signora fosse disperata non tanto per sé, quanto per le famiglie dei suoi 5 dipendenti che dopo 2 mesi di mancato saldo dello stipendio non sapevano come affrontare il Natale".

"La situazione si è sbloccata quando ci siamo presentati presso l'ufficio regionale preposto: è bastato dire che la signora era seguita dallo sportello AntiEquitalia del Movimento 5 Stelle e “magicamente” le hanno saldato tutto il dovuto in un pomeriggio, al netto giustamente del suo debito" hanno concluso Pardo e Auricella.

"Combattiamo le pratiche vessatorie di Equitalia a tutti i livelli istituzionali - ha chiarito Giannarelli - e abbiamo provato anche in regione a chiedere che il recupero crediti fosse internalizzato. Ma il PD ha preteso di farci credere che su 3 mila dipendenti non se ne trovassero di idonei e formabili per svolgere questo servizio".

“Le tasse vanno pagate, ma, come dimostra la storia di questa imprenditrice, lo Stato deve avere un approccio equo e inappuntabile. Quando leggiamo che Equitalia ha chiesto 271 miliardi di crediti inesigibili stiamo trovando prova di una incredibile truffa di Stato” ha concluso il Cinque Stelle.


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