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Attualità giovedì 18 gennaio 2024 ore 12:00
Intelligenza artificiale contro il mal di schiena

Un team del Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione ha elaborato un sistema in grado di correggere le posizioni dannose assunte a lavoro
PISA — Una ricerca nata e sperimentata all'Università di Pisa con l'obiettivo di correggere in tempo reale le cattive posture che si assumono a lavoro, via smartwatch, nel pieno rispetto di privacy e riservatezza.
È questo il risultato ottenuto con un innovativo sistema basato sull’Intelligenza artificiale e studiato in una ricerca coordinata da Francesco Pistolesi, ricercatore presso il Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione- I risultati, in seguito, sono stati pubblicati sulla rivista Computers in Industry.
"L'affaticamento e la ripetitività di svariate mansioni portano spesso gli operatori ad assumere posture incongrue perché magari sono momentaneamente percepite come comode - ha spiegato - questo però, a medio e lungo termine, provoca uno stress dell’apparato muscolo-scheletrico; le statistiche ci dicono che, in tutto il mondo, oltre un lavoratore su quattro soffre di mal di schiena".
Il dispositivo dell’Ateneo pisano è stato testato coinvolgendo operatori durante l'esecuzione di varie mansioni standardizzate ed è costituito da un'unità basata su Intelligenza artificiale, che riceve continuativamente dati da uno smartwatch e un sensore. Durante i test, il sistema ha monitorato le posizioni di braccio, spalla, tronco e gambe.
Così facendo, l'Intelligenza artificale ha identificato le posture con una precisione media superiore al 98%, rilevando inoltre gli scostamenti dalle posizioni degli arti raccomandate dagli standard per il benessere sul lavoro.
"La tecnologia non ci sostituisce, ma ci aiuta - ha puntualizzato Pistolesi - si tratta in altre parole di pensare a dispositivi, come quello che abbiamo ideato, che mettano in primo piano il benessere e diritti di lavoratrici e lavoratori, in particolare la privacy, che le tecnologie basate sull'analisi video possono mettere a rischio. I dati registrati dal nostro sistema, anche se trafugati, non possono ricondurre ad alcuna informazione che violi la riservatezza dei dipendenti di un'azienda".
Assieme a Pistolesi hanno collaborato alla ricerca Michele Baldassini, assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione, e Beatrice Lazzerini, professoressa ordinaria presso lo stesso Dipartimento per oltre vent'anni.
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