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mercoledì 08 ottobre 2025

VIGNAIOLI E VINI — il Blog di Nadio Stronchi

Nadio Stronchi

Nadio Stronchi, autore di “Vignaioli e vini della Val di Cornia e Isola d’Elba”, è un appassionato cultore di vini e, più in generale, di mondo agricolo. Bibliofilo e instancabile ricercatore è stato promotore di attività enoiche dentro la storia locale Val di Cornia, Toscana

Un po' storia dell'Elba in attesa del vino 2025

di Nadio Stronchi - mercoledì 08 ottobre 2025 ore 09:47

In attesa di sapere, con certezza, come sarà il vino del 2025 riparliamo di storia passata e recente dell'Elba dagli atti dell'Accademia dei Georgofili, settore agrario del 1819.

La storia enologica dell'Elba è piena di episodi che vengono fuori rovistando negli scritti di docenti, appassionati e scrittori ricercatori. Fin dai tempi dei liguri i quali hanno operato all'Elba ancor prima degli etruschi, gli episodi antropologici, tra cui la vitivinicoltura e i suoi vini si sono infittiti con alti e bassi produttivi, attraverso l'epoca romana con il motto di Plinio che definì l'isola “insula vini ferax, arrivando, dopo secoli, ai primi anni dell'800, che fu l'apice dello sviluppo vitivinicolo come sostentamento alimentare e come fonte di guadagno. 

La massima espansione si ebbe con il Granducato dei Medici con Cosimo I, per poi arrivare all'insediamento di Napoleone Bonaparte, 1804-1814. Nel 1890 iniziò l'infezione della fillossera che raggiunse la sua espansione massima nel 1893 che causò una diminuzione delle viti da 1800 ettari a 1200 nel 1896. L'ispettorato provinciale dell'agricoltura assegno il 50% di contributi per i reimpianti di viti di oltre 300 ettari, arrivando al 14% complessivo con 23 milioni di ceppi, così ripartiti: Campo E. 5.596, Capoliveri 3.749, Marciana 3.812, Marciana M. 1.339, Porto Azzurro 2.235, Portoferraio 4.838, Rio E. 1.002, Rio M. 1.210. Nel 1896 i vitigni furono: I bianchi. Biancone 80%, Procanico 20%. Per i rossi Sangiovese, Aleatico. Poi, il Moscato. Lo stbilimento enologico dei Gasparri iniziarono a fare vino spumante con . 82% di uve bianche e il 2% di aleatico e Moscato. Complessivamente della produzione dei vini i 2/3 autoconsumo e 1/3 venduto.

Negli anni 1930 un noto farmacista elbano, dott. Taddeo Claris Appiani mise in commercio un “ricostituente” della mutua, da lui creato, a base di fosforo, iodio, e ferro e mescolandolo con vino Moscato. Eccone il prospetto della spiegazione.articolo ricavato da una citazione dello eccellente storico elbano Aulo Gasparri. Il vino Aleatico menzionato e “figlio” del produttore originario Pier Mario Meletti Cavallari; Dopo essere migrato all'Elba e collaborato con la fattoria “Delle Ripalte”. Confido che a volte si è parlato del produrre il vino Aleatico e alla fine eccolo prodotto e perfezionato col tempo, è stata una scelta felice.

Alla mia degustazione è stato. Colore: rosso intenso con riflessi violacei. Olfatto: Armonico, intenso e prolungato sentore di frutti rossi appassiti e di rosa. Gusto. Armonico, caldo, con equilibrio tra dolcezza e acidità, molto persistente.

Nadio Stronchi

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