Una cosa è parlare di vino, altra cosa è venderlo
di Nadio Stronchi - giovedì 24 aprile 2025 ore 07:30

Territorio adatto alla vite e al vino, la conoscenza delle regole per farlo, le motivazioni per farlo nel miglior modo possibile, imparare a riconoscerne le qualità, parlarne con obbiettività e magari imbellettarlo di parole poetiche come fosse una bella donna; Altra cosa è commercializzarlo per avere un utile più alto possibile. E’ come passare dal romanticismo alla filosofia capitalista.
Tutte qualità che l’umano si è portato dietro passando dal puro istinto di vincere, alla libera competizione artistica, alla capacità di creare meglio di altri e perciò chiederne il profitto più di altri; E’ un aspetto sociale è un modo di governare che ormai influenza tutto il globo. La qualità umana che porta a subire meno difficoltà è quella di salire su una “cima” e guardare lontano la dove ci sono sempre novità utili all’umanità che produce. Altrimenti ci saranno sempre dei contraccolpi, come è sempre successo nella storia umana. Ecco che governare bene vuol dire di essere messi nelle condizioni di creare sempre alternative per essere scelti nell’acquisto. In questo modo si eviterebbe gli eccessi di produzioni invendute. Viene chiamata “programmazione” E’ come mettersi un paracolpi alla testa. Quel governatore che provvede a salvaguardare gli interessi del suo popolo, come principio è saggio; Bisogna vedere se i meccanismi funzionano. Una cosa è certa: l’unità dei popoli d’Europa per il momento è romanticismo e sui tavoli delle contrattazioni, prima delle qualità, contano i numeri e i conti li sanno fare in molti. La storia del bene e del male che si compensano per avere ne troppo male ne troppo bene. L’alternativa senza regole, che puntualmente non vengano rispettate è vivere nell’anarchia? come a volte alcuni di noi vorrebbero, ma la storia insegna che ci vuole sempre qualcuno che vigila. Trumph vigila, l’Europa vigila? I produttori di vino italiano capiranno che devono produrre meno? Se non ci pensano loro, ci sarànno le “regole” del mercato mondiale: regole che un ministro dell’agricoltura deve capire in anticipo. Forse, l’unità verrà fra un tempo indefinito.
Per ciò vi propongo un vino di una piccola azienda condotta da Giorgio Meletti Cavallari, enologo, molto giovane, ma con tanta volontà e sapienza in un luogo come Bolgheri in cui c’è tanta competizione. Lo conosco fin dalla giovinezza: evviva Giorgio e Monica.
Il cru che nasce dal particolare vigneto Piastraia.
Bolgheri DOC Rosso Superiore.
Uve: Cabernet Sauvignon 70%, Cabernet Franc 30%.
Viti per ettaro: 6.000 (quantità di uva prodotta: 45/50 q.li/ha).macerazione prefermentativa a freddo (36-48 ore), Fermentazione alcolica con lieviti autoctoni a temperatura controllata. Maturazione-affinamento: travaso in barrique nuove all’inizio della fermentazione malolattica, elevazione per una durata di 14 mesi e circa 12 mesi in bottiglia.
Caratteristiche organolettiche: Colore rosso rubino carico. Profumo: intenso con sentori che vanno dai piccoli frutti rossi alla liquirizia, buona mineralità. Gusto: caldo è corposo, tannini morbidi e aromatici, sensazione finale notevole. Buon rapporto qualità-prezzo.
Nadio Stronchi