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lunedì 09 dicembre 2024

VIGNAIOLI E VINI — il Blog di Nadio Stronchi

Nadio Stronchi

Nadio Stronchi, autore di “Vignaioli e vini della Val di Cornia e Isola d’Elba”, è un appassionato cultore di vini e, più in generale, di mondo agricolo. Bibliofilo e instancabile ricercatore è stato promotore di attività enoiche dentro la storia locale Val di Cornia, Toscana

Suvereto, un Comune a vocazione vinosa

di Nadio Stronchi - mercoledì 15 dicembre 2021 ore 07:30

Per rimanere nel tema delle problematiche dei territori cito Emanuele Repetti autore del dizionario storico geografico, 1833, parlando di Suvereto, ricorda che il suolo è coltivato a vigne ed olivi da molto tempo. Non poteva essere diversamente dato che quel pezzo di territorio, essendo alto rispetto al livello del mare, si è salvato dagli acquitrini che attanagliavano molta parte del Val di Cornia. 

Le colline di Suvereto sono sempre state agropedologicamente idonee per la vite e l’olivo. Ricordo, molto tempo fa, il sentire parlare dei vini di Suvereto come i migliori della zona. Ricordo anche di un certo Pietrai, ai suoi tempi sensale e intenditore di vino che diceva: “quando devo trattare la vendita di un vino, lo faccio la mattina presto non alterando il gusto del palato”. Ottima soluzione anche se non era sufficiente perché l’olfatto è, spesso, più importante perché consente di individuare la maggiore parte delle qualità e dei difetti di un vino. 

Erano altri tempi e come è noto nella Val di Cornia non c’era ancora una cultura enoica, nata solo nel 1980. Era una nomea il vino di Suvereto ineguagliabile? In parte si, ma era una nomea in positivo soprattutto per una caratteristica di quei vini che avevano una alcoolicità molto elevata per merito dei terreni essenziali per le viti. Inoltre tra i viticoltori c’era l’abitudine di vendemmiare verso i primi giorni di ottobre (non tutti naturalmente). 

Sempre il Repetti dice anche: Merito di quelle genti, di molto tempo fa, che hanno sostituito le querce con le viti e gli olivi. Infatti, l’etimologia di Suvereto ci ricordano di essere derivata da qualche bosco di sughere (quercia suber) assai frequenti anche in altre parti della Maremma. Il vino citato nasce non lontano dal paese di Suvereto, in località Metocchina, da un terreno molto ciottoloso di scheletro calcareo; idoneo per la vite e l’olivo.

Degustando il vino Sasso Bucato mi ha dato queste sensazioni. Colore: rosso rubino intenso, con riflesso granato. Profumo: fine, persistente, fruttato dato la sua giovinezza (2019), sentori di frutti rossi maturi, di prugna, anche tabacco. Gusto: armonico, persistente, caldo dato la sua alcoolicità, sensazione finale lunga. E’ utile ricordare come l’assemblaggio Merlot-Cabernet Sauvignon sia ancora vincente.

Qui di seguito vediamo la citazione, del Repetti del 1833, sul territorio di Suvereto

Nadio Stronchi

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