Attualità giovedì 03 luglio 2025 ore 11:30
Orti di Ada, scatta lo stato di agitazione

I lavoratori hanno voluto denunciare le condizioni insostenibili e chiedono un intervento urgente della Regione Toscana a Calambrone
PISA — È scattato lo stato di agitazione delle lavoratrici e dei lavoratori della struttura Orti di Ada. Una decisione arrivata dopo il rifiuto da parte dell’azienda di accogliere tutte le proposte contenute nella piattaforma per il contratto integrativo. Una situazione che, secondo i sindacati, rischia di peggiorare ulteriormente il clima in un contesto terapeutico già molto complesso.
“Nonostante i carichi di lavoro crescenti e le responsabilità sempre maggiori – hanno spiegato i rappresentanti dell'Unione Sindacale di Base – l’azienda ha detto no a qualsiasi forma di adeguamento salariale, ha respinto ogni richiesta per migliorare l’organizzazione interna e si è rifiutata perfino di garantire il diritto al riposo”. Una linea giudicata “incomprensibile e inaccettabile” da chi lavora quotidianamente in una struttura ad alta intensità terapeutico-riabilitativa.
Al centro della protesta c’è anche il contratto nazionale Uneba, ritenuto ormai del tutto insufficiente rispetto al costo della vita. “Lavoriamo con stipendi bloccati da anni – hanno denunciato i dipendenti – mentre il carovita ci travolge e chi ci governa spende miliardi in armi e riarmo. I soldi per la sanità e i servizi pubblici invece non si trovano mai”.
Il personale ha chiesto un incontro urgente alla Regione Toscana e all’assessore alla sanità Simone Bezzini, per aprire un tavolo con l’azienda. Se non arriveranno risposte, si va verso nuove mobilitazioni. “Chiediamo solo dignità, diritti e condizioni adeguate per un servizio che riguarda le persone più fragili. Non si può più aspettare”.
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