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Attualità lunedì 11 aprile 2022 ore 18:00

Una petizione contro la nuova base militare

Il decreto firmato dal Presidente Draghi definisce l'intervento "opera destinata alla difesa nazionale". Lanciata una raccolta firme



PISA — Si moltiplicano le proteste attorno al progetto per la realizzazione a Coltano di una nuova base militare: una struttura nel territorio del parco di San Rossore, destinata ad ospitare la sede del Gruppo intervento speciale del primo reggimento carabinieri paracadutisti Tuscania e del centro cinofili dell'Arma. 

Un decreto firmato dal Presidente del Consiglio Mario Draghi definisce l'intervento come "opera destinata alla difesa nazionale" e, facendo riferimento alle normative contenute nel decreto "Governance del Piano nazionale di ripresa e resilienza e prime misure di rafforzamento delle strutture amministrative e di accelerazione e snellimento delle procedure", consente la realizzazione del centro con procedure semplificate, considerate le "comprovate necessità correlate alla funzionalità delle Forze armate".

Sulla questione è stata aperta una petizione su Change.org, da sottoporre alle istituzioni locali e nazionali. Le firme raccolte contro la realizzazione della base sono già più di 5000.

"La trasformazione in base militare di una riserva naturale, che da oltre 40 anni è riconosciuta come area protetta per decisione della Regione e dello stesso Stato - scrivono i promotori della petizione- va contro la missione green e non ha nulla a che vedere con la vocazione di resilienza, ora prontamente sacrificata a esigenze militari".

Intanto, dal mondo della politica sono stati molteplici gli interventi di esponenti, locali e nazionali, che chiedono un passo indietro. Il capogruppo del Pd in Consiglio regionale Vincenzo Ceccarelli ha definito la realizzazione della base “Non sostenibile per il territorio”

“Se saranno confermati i primi numeri che stiamo leggendo – prosegue Ceccarelli - si tratterebbe di oltre 440mila metri cubi di nuove edificazioni, all’interno dei confini del Parco, su una’area complessiva di oltre 70 ettari, con villette a schiera, poligoni di tiro, edifici, infrastrutture di addestramento, magazzini e altro ancora. Con tutto il rispetto per la sicurezza nazionale, sono finiti i tempi nei quali si poteva pensare da Roma di realizzare un intervento di queste dimensioni, in un’area di elevato pregio ambientale, derogando a tutte le leggi di tutela dell’ambiente e del territorio in nome della difesa nazionale, scavalcando completamente le istituzioni del territorio e ignorando le criticità evidenziate da tutti gli enti competenti, a cominciare dall’ente Parco. Per questo motivo – conclude il capogruppo del Pd - porteremo la questione all’attenzione del Consiglio regionale con un atto ad hoc, nel quale si chiede al Presidente alla Giunta di attivare ogni strumento possibile per aprire un confronto con il Ministero e con le autorità militari, teso a scongiurare un intervento così impattante in un luogo protetto”.

A non convincere il Pd pisano “E’ la collocazione di questo intervento nell’area protetta, che ne verrebbe pesantemente trasformata, con l’urbanizzazione di una superficie ingentissima con strutture di grande impatto” e chiede “Un confronto con i decisori nazionali, mirata a cercare alternative, valutare a fondo possibilità di ridimensionamento e compensazione”. 

“Ricordiamo - aggiungono- che negli strumenti urbanistici in vigore esiste già un’area, nella località di Ospedaletto, destinata a questo tipo di insediamento. Spazi dotati di caratteristiche ugualmente idonee, a partire dalla prossimità all’aeroporto e alla grande viabilità”.

Aspre critiche anche dal segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni. “Già il fatto di utilizzare i fondi del Pnrr per costruire una nuova base militare è di per sé un fatto grave e sbagliato - scrive il segretario di Si -Ma se poi questa base militare va a insistere su un territorio già gravato da molte altre servitù militari è ancora più sbagliato. Se infine questa base militare va a intaccare pesantemente un parco naturale, distruggendo almeno 70 ettari di territorio, siamo ben oltre ogni immaginazione possibile.”

“Il consumo previsto di 70 mila ettari del Parco, è completamente da respingere – aggiunge il consigliere comunale Manuel Laurora (Italexit) – mi chiedo, cosa lasceremo alle future generazioni? A questo punto mi appello al presidente del consiglio pro tempore e chiediamo, anche a nome di tutta la cittadinanza pisana, di ripensarci immediatamente, così da fermare l’iter prima che inizino i lavori”.

La federazione pisana del Pci propone di destinare le risorse in questione “Alla sicurezza sul lavoro, alla sanità, all'istruzione e agli altri settori di interesse pubblico che hanno subito in questi anni duri colpi ed un impoverimento a causa della crisi”.


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