Attualità mercoledì 09 ottobre 2024 ore 10:30
Ripigliamoci Pera, protesta contro l'ordinanza
La stretta dell'amministrazione comunale su piazza della Pera nel mirino di alcune giovani, che lanciano un'iniziativa all'insegna della socialità
PISA — Le prime scritte in piazza della Pera sono comparse un paio di giorni fa: Ripigliamoci Pera. Un messaggio breve, ma efficace, utile per annunciare l'iniziativa organizzata da un gruppo di giovani ragazze, all'insegna della socialità e dell'aggregazione. Con l'obiettivo di contestare l'ordinanza firmata dal sindaco Michele Conti.
Del resto, sulla piazza a due passi da Corso Italia, da Agosto è fatto divieto di vendita di alcolici e superalcolici dalle 18 alle 24. Una misura, come venne spiegato dal sindaco, pensata per rafforzare la sicurezza in uno spazio da tempo al centro del dibattito, tra chi lo reputa insicuro e chi, invece, lo vive come un luogo di incontro.
Per questi ultimi, l'ordinanza in vigore fino al 2 Novembre non è dunque la soluzione. E l'iniziativa in programma per venerdì 11 Ottobre vuole affermarlo. "Abbiamo deciso di organizzarci per riappropriarci di una piazza che abbiamo sempre attraversato, alla quale siamo legate e che ci appartiene in quanto spazio pubblico - hanno spiegato - questa necessità deriva dalla ridicola ordinanza promulgata dal sindaco Conti che, con toni apocalittici, descrive le serate in piazza come scene da Sodoma e Gomorra".
"I pericolosissimi individui citati dall'ordinanza sarebbero bambini ribelli che giocano a pallone e fricchettoni che non si siedono se non in terra, apparentemente mossi da un unico obiettivo: sbronzarsi e turbare la quiete pubblica - hanno ironizzato - come se non bastasse, il Comune ha pensato bene di pagare, con le nostre tasse, del personale ad hoc per sorvegliare i suddetti malavitosi".
Secondo le organizzatrici dell'iniziativa, questa sarebbe l'ennesima ordinanza volta alla tutela di uno stile di vita privilegiato e inaccessibile per molti. "Negli ultimi anni hanno contribuito ad atrofizzare la vita sociale cittadina - hanno aggiunto - oltre a colpevolizzare i piccoli commercianti, costretti ad adattarsi ai bisogni di consumo, l'ordinanza è anche classista, perché dispregiativa nei confronti di chi beve a basso prezzo".
"In una città in cui i prezzi continuano a lievitare, non esistono più attività ricreative accessibili economicamente: come studenti e studentesse, lavoratori e lavoratrici siamo privi di spazi che non siano relegati al consumo - hanno concluso - chi frequenta le università pisane è di fatto una delle principali fonti di guadagno per la città, ma viene puntualmente additato e colpevolizzato. Venerdì sarà un tassello importante per definire i termini con i quali intendiamo lo stare in piazza e qual è il tipo di socialità che vogliamo, priva di pregiudizi di classe, genere o razza".
Pietro Mattonai
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