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Lavoro lunedì 28 febbraio 2022 ore 10:38

Soltanto un'azienda su dieci prevede assunzioni

foto esterno
La Camera di Commercio di Pisa

I dati provinciali analizzati dalla Camera di Commercio di Pisa raccontano un quadro non certo roseo. Preoccupa la guerra in Ucraina



PISA — Dopo un inizio 2022 all’insegna di un cauto ottimismo sul versante del lavoro, il mese di Febbraio riporta bruscamente la provincia di Pisa ad una realtà meno rosea. I dati segnalano una frenata della domanda di lavoro delle imprese pisane con dipendenti del settore industriale e dei servizi pari all’11% tra il Febbraio 2020 (mese ancora prepandemico) ed il Febbraio 2022 ed un calo ancor più consistente rispetto al mese precedente e cioè al Gennaio 2022 (-1.320 unità pari a circa -42%). 

"Per quanto possa considerarsi più o meno rilevante il raffronto tra mesi contigui dello stesso anno, c’è da precisare che la flessione, comunque, è in sintonia con la tendenza nazionale che con 318mila entrate programmate a febbraio 2022 fa registrare una flessione del 44% rispetto a gennaio" hanno osservato dalla Camera di Commercio di Pisa, che basa le sue analisi sui dati del Sistema informativo Excelsior, indagine realizzata da Unioncamere in collaborazione con Anpal.

"Se si vuole trovare un qualche elemento di conforto - aggiungono dalla Camera di Commercio - dobbiamo affidarci al confronto con il Febbraio 2021: a livello nazionale si registra un marcato aumento (+102mila unità; +47%) e anche a Pisa dinamica analoga (+470 unità, +34%)". 

In termini di valori assoluti, a Febbraio 2022, le imprese pisane prevedono di assumere 1.840 persone corrispondenti ad una diminuzione di 230 unità rispetto allo stesso mese del 2020 e, come detto, di una crescita di 470 unità rispetto al Febbraio 2021 quando, però, erano in vigore più marcate limitazioni per contrastare l’emergenza sanitaria e il ricorso alla vaccinazione era ancora in fase iniziale. Le imprese che prevedono assunzioni nel secondo mese del 2022 saranno appena il 10% del totale. Purtroppo torna a crescere, dopo il lieve calo registrato nel mese di gennaio scorso, il gap domanda-offerta di lavoro in provincia: il 40% delle assunzioni previste saranno difficili da attuare per la difficoltà delle imprese nel reperire i profili desiderati.

“I dati indicano che siamo in una fase di forte instabilità congiunturale questo il commento del commissario straordinario della Camera di Commercio di Pisa, Valter Tamburini - con oscillazioni di particolare ampiezza che influenzano la propensione delle imprese ad assumere. Pesano in modo significativo il clima di incertezza generale, la difficoltà di approvvigionamento delle materie prime, i costi energetici, la cronica difficoltà nel reperire sul mercato del lavoro le professionalità ricercate anche nei settori che stanno ripartendo. A questo si aggiunge il rischio di ulteriori gravi ripercussioni economiche per le tensioni internazionali susseguenti alla crisi ucraino-russa che auspichiamo possa essere ricondotta prestissimo alla vie della diplomazia". 

"La Camera di Commercio - ha sottolineato Tamburini - monitora attentamente la situazione per adeguare le sue politiche su più fronti, dal sostegno finanziario per la ripartenza a quello per l’internazionalizzazione, dal marketing territoriale alla formazione professionale e all’orientamento scolastico consapevole che la pandemia ha accelerato cambiamenti nel mercato del lavoro che già erano in atto”.

Tra i contratti offerti lieve crescita per l’incidenza di quelli a termine

Nel 76% dei casi, la domanda di lavoro del mese di febbraio risulta trainata dai contratti a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita) mentre per il restante 24% le assunzioni saranno di tipo stabile, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato. Le assunzioni si concentreranno per il 59% nel settore dei servizi e per il 71% nelle imprese con meno di 50 dipendenti.

Per una quota pari al 29% dei contratti, il lavoro sarà offerto a personale under 30 e per il 69% delle entrate continua, anche rispetto al febbraio 2020, ad essere richiesta esperienza professionale specifica o nello medesimo settore.

Cambiano le dinamiche dei mesi precedenti: frenano i servizi, si confermano le difficoltà nel commercio e nel turismo. Stabilità nell’industria

Con riferimento ai settori, la tendenza si inverte rispetto ai mesi precedenti. Sono infatti i servizi quelli che pesano maggiormente in termini di flessione della domanda e più precisamente tutto il calo in termini numerici (-230 unità) proviene da quell’ambito. L’industria presenta un bilancio di assoluto pareggio tra la perdita nel settore manifatturiero (-30 unità pari al -5%) e la risalita della domanda nelle costruzioni (+30 unità corrispondenti al +19%) grazie ancora alla spinta dei “bonus” per il settore edile.

In particolare nell’ambito dei servizi esplode la difficoltà del commercio e del turismo la cui previsione di domanda di lavoro tra febbraio 2022 e febbraio 2020 scende rispettivamente del 30% e del 14%. Stessa sorte per i servizi alle imprese che pure a gennaio 2022 avevano fatto registrare un buon incremento mentre a febbraio 2022 presentano una flessione del 28% rispetto al pari mese del 2020 con una previsione di –160 unità. Si consolida, infine, la crescita della domanda di lavoro nei servizi alle persone con la previsione di assunzione di 50 unità pari al +29% rispetto a febbraio 2020.

In crescita la sola domanda di profili non qualificati

Considerando i macro-gruppi professionali, una crescita consistente si conferma tra le professioni non qualificate (+19% tra febbraio 2022 e lo stesso mese del 2020). Perfettamente stabile la domanda di professioni con elevata specializzazione che invece aveva subito una flessione marcata ad inizio anno. Contrazioni, infine, per la domanda di operai specializzati(-5%) e di impiegati e professioni del terziario (-19%) .

Difficili da trovare operai specializzati ma anche tecnici sanitari, operatori dell'assistenza sociale informatici, cuochi, camerieri e personale non qualificato per le pulizie

Tra le professioni ad elevata specializzazione sono difficili da reperire i progettisti, ingegneri e professioni assimilate, i tecnici in campo informatico, ingegneristico e della produzione ed i tecnici della sanità, dei servizi sociali e dell'istruzione (difficili da trovare, rispettivamente, nel 59%, nel 70% e nel 65% dei casi). Tra le professioni dei servizi, continuano a palesarsi le maggiori difficoltà di reperimento di cuochi, camerieri e altre professioni dei servizi turistici (il 33% dei 230 posti offerti) e degli operatori dell'assistenza sociale (il 48% dei 50 posti disponibili). Gli operai specializzati più difficili da trovare sono quelli delle industrie del legno e della carta (62% dei casi), dell’edilizia e della manutenzione degli edifici (66% dei casi) e delle attività metalmeccaniche ed elettromeccaniche (54% dei casi). Resta complessa la situazione dei conduttori di mezzi di trasporto (50% dei casi) e in miglioramento quella dei conduttori di macchinari mobili (16% dei casi). Una buona percentuale del personale non qualificato nei servizi di pulizia resta difficile da reperire nonostante l’elevato numero delle richieste (il 15% dei 110 posti in offerta).

Cresce la quota di assunzioni destinata a personale con la scuola dell’obbligo

A febbraio 2022, le posizioni offerte ai laureati rappresentano il 16% di quelle complessivamente offerte e il dato è lievemente superiore a quello dello stesso mese del 2020 (12%). In calo la quota di personale in possesso di diploma (31% contro il 38% del 2020). Calo più marcato per la quota di ingressi di personale con qualifica o diploma professionale (il 16% contro il 28% del 2020). Considerando i titoli di studio chiesti ai neo-assunti, a febbraio la quota più consistente continua ad essere appannaggio del personale con la sola scuola dell’obbligo che peraltro cresce lievemente: 36% contro il 21% di due anni fa.


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