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Attualità martedì 23 giugno 2020 ore 09:04

Vettovaglie, i residenti, "E' terra di nessuno"

"Con la nuova ordinanza del Comune bentornati nella terra di nessuno", dice il gruppo di residenti "Vendesi Vettovaglie"



PISA — "Le nostre critiche saranno pure «inaccettabili», come ha affermato pubblicamente l’Assessore Bonanno, ma colgono nel segno. Lo dimostra la nuova ordinanza, appena emanata dall’Amministrazione Comunale, che recepisce né più né meno le richieste delle associazioni di categoria. Siamo di fronte, cioè, ad un generale allentamento di quelle poche misure (divieto di vendita di alcolici da asporto; orari di chiusura) che si erano già rivelate inefficaci nelle scorse settimane. Non possiamo, quindi, che riproporre la solita questione: o non si è in grado di gestire il fenomeno della malamovida; o non c’è la volontà politica di farlo. Delle due l’una. E’ ormai evidente che la soluzione dell’alternativa sia la seconda: manca una volontà chiara e forte di risolvere questo fenomeno, ristabilendo minime condizioni di vivibilità per i residenti".

Lo dice il gruppo di residenti della zona "Vendesi Vettovaglie" all'indomani della nuova ordinanza varata dal Comune per la zona che, di fatto, ( vedi articoli correlati posticipa il divieto di vendita da asporto di bevande alcoliche a partire dalle 21 in qualsiasi pubblico esercizio di somministrazione di alimenti e bevande, esercizio di vicinato, medie e grandi strutture di vendita di sostanze alimentari e esercizio di artigianato alimentare all’interno della zona A prevista dal “Regolamento per le attività economiche nel centro storico” con l'altra modifica principale che riguarda il posticipo dell’orario di chiusura di tutte le attività all’interno della zona A

"Forse l’Amministrazione Comunale si è lasciata convincere dall’idea che siano i commercianti responsabili i migliori alleati per il contrasto del fenomeno. Ma sono gli stessi commercianti, che operano nelle zone interessate, a rifiutare di essere considerati i controllori dei propri clienti; e soprattutto di essere chiamati a rispondere per non avere fatto abbastanza", aggiungono i residenti.

"Le stesse associazioni di categoria riconoscono, del resto, che alcuni commercianti hanno privilegiato i profitti anziché il rispetto delle regole elementari della civile convivenza. La storia della «terra di nessuno» è molto chiara: i comportamenti più gravi si sono verificati anche quando gli esercizi commerciali erano aperti. Allo stato, non è neanche partita la sperimentazione del decentramento della movida del centro storico nelle zone dei Vecchi Macelli e La Cittadella (idea che ci trova concordi, ma sulla cui effettività nutriamo molti dubbi). Allora come si può pensare che il modello già traballante resista?"

"Alla fine", dicono ancora i residenti, "l’approccio di fondo ci pare sempre lo stesso: di smaccata subalternità agli interessi di una sola categoria, quella degli esercenti, che, in tutti questi anni, si è completamente disinteressata delle condizioni della città e dei suoi residenti. Siamo definitivamente tornati «terra di nessuno". 


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