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Politica lunedì 10 maggio 2021 ore 12:00

Ripascimenti e litorale, i dubbi di 'Azione Pisa'

La coordinatrice provinciale del partito definisce "spot" gli interventi contro l'erosione e lamenta la mancanza di una visione storica e d'insieme



PISA — "Le recenti vicende che hanno visto ancora una volta protagonista in negativo il nostro litorale pisano, richiamano alla mente le scelte del passato - scrive Chiara Tognotti, coordinatrice provinciale di Azione -. Dagli anni ’30, i tempi del Piano Regolatore del Litorale di Alfio Susini, siamo arrivati ad un modello di pianificazione che nega lo stretto rapporto della città capoluogo di Provincia con la nostra marina. La realizzazione dell’importante struttura portuale ha addirittura amplificato questa distanza". 

"Il non voler considerare Marina di Pisa, Tirrenia e Calambrone tre realtà urbane facenti parte di un unico sistema, ripropone peraltro il modello negazionista dello sviluppo della città verso il mare a vantaggio della scelta pianificatoria attuata dal piano Dodi Piccinato degli anni ‘70 di espansione verso Cascina. Il lento, ma decisivo recupero delle Colonie Elioterapiche degli anni ‘20 del secolo scorso, ha di fatto contribuito a capovolgere tale indirizzo di pianificazione saldando la zona di Calambrone ad uno sviluppo residenziale di un nuovo polo di area vasta litoranea che comprende le due città di Pisa e Livorno. In questo modello di area metropolitana della costa, si inserisce la necessità di garantire che il futuro sviluppo della nuova darsena del porto di Livorno, privilegi e contenga il fenomeno erosivo con l’arretramento della linea di costa dell’arenile antistante l’abitato di Calambrone, attraverso opere di mitigazione e compensazione ambientale, quali quelle utilizzate in occasione dell’insediamento della nave gasiera al largo della stessa linea di costa.

Tornando in particolare su Marina di Pisa, risulta recentemente approvata in Regione una mozione che impegna l’Ente a predisporre interventi urgenti per il recupero e il riequilibrio della fascia costiera di Marina di Pisa, assegnando direttamente al Comune la paternità degli interventi di regimazione. Ciò che preme esser messo in risalto, non è tanto l’importanza dell’obbiettivo pianificato, quanto ancora una volta il disconoscimento della realtà litoranea come sistema unitario. L’occasione poteva infatti essere quella di superare la modalità degli interventi spot sulle piazze marinesi, coinvolgendo in un progetto di riqualificazione complessiva e messa in sicurezza l’abitato di Tirrenia e Calambrone con i relativi servizi".

"Analizzando il fenomeno dei “sassi volanti”, ciò che appare scontata è la necessità di garantire gli interventi di completamento del sistema delle celle delle dighe soffolte nella zona nord del litorale marinese, atte a garantire la messa in sicurezza dell’abitato fronte mare e della circolazione di passanti e veicoli in strada.

L’arretramento verticale del sistema predisposto dal Provveditorato per le Opere Marittime sotto il controllo della Provincia (le dighe furono formate impiegando circa 90.000 tonnellate di materiale lapideo per le scogliere, sistemandole mediamente 50 centimetri sotto il livello del mare, con un’estensione delle stesse fino a 20 metri), va infatti contrastato integrando periodicamente la struttura a mare soggetta alla fisiologica alterazione temporale per il lavoro di escavazione operato dal moto ondoso e dal sistema delle correnti. L’integrazione del ripascimento artificiale lungo la linea di spiaggia che viene attualmente portato avanti con inerti costituiti da terre di cava e stabilizzato, contribuisce in modo assolutamente negativo ad alterare sensibilmente la limpidezza dell’acqua marina attraverso una evidente azione di intorbidamento prolungato. Sarebbe utile a questo proposito conoscere l’esito della sperimentazione effettuata al largo delle coste del Gombo con l’intervento di installazione del sistema innovativo Mep, brevetto danese di tubi verticali con filtri drenanti che mira ad incrementare la capacità dello stesso arenile di trattenere naturalmente il sedimento trasportato dal moto ondoso e che ha già dato ottimi risultati in Scandinavia (Danimarca e Svezia), Africa (coste del Ghana) e Australia" conclude Tognotti di Azione Pisa.


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