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Politica giovedì 10 ottobre 2024 ore 08:00

No all'ipotesi del parco fotovoltaico

La consigliera comunale Mazzari lancia l'allarme sul progetto che coinvolgerebbe 40 ettari. Il Comune si è già schierato contro l'opera



SAN GIULIANO TERME — "Sono molto preoccupata per il potenziale impatto ambientale, paesaggistico e naturalistico di un'iniziativa di questa portata". Così Elisabetta Mazzarri, consigliera comunale della lista Civica Boggi Sindaco rende note alcune caratteristiche del progetto che riguarda un parco fotovoltaico, ipotizzato nella zona fra Gello e la Locanda Sant'Agata, lungo la strada statale del Brennero.

Come spiegato dalla consigliera, il progetto della dimensione di 40 ettari, equivalenti a circa 50 campi da calcio. "Da una parte l'energia rinnovabile è importante - ha commentato - dall'altra, questo caso specifico rappresenterebbe un esempio di speculazione che, invece di valorizzare il territorio, lo comprometterebbe. Invito l'amministrazione a riflettere su come orientare lo sviluppo del territorio verso la valorizzazione della cultura, della natura, del turismo e della bellezza, piuttosto che su progetti percepiti come deturpanti". 

"Chiedo al Comune come intenda bilanciare l'esigenza di un territorio verde e sostenibile, che investe nel futuro, con il rispetto e la tutela della bellezza del paesaggio locale - ha concluso - è possibile promuovere politiche di risparmio energetico senza incorrere in interventi che rischiano di devastare irreparabilmente le campagne".

E la contrarietà espressa da Mazzarri non è poi dissimile da quella dell'amministrazione comunale, che con l'assessore all'Urbanistica Francesco Corucci ha ribadito la posizione dell'ente. Sulla quale c'è stato anche un ricorso al Tar da parte della società proponente. "L'udienza è stata rinviata al 19 Febbraio 2025 - ha detto - prendiamo atto della decisione del giudice e del fatto che l'azienda abbia rinunciato all'istanza cautelare. La nostra amministrazione in ottemperanza del Piano ambientale energetico regionale, aveva negato l'autorizzazione per la realizzazione di una infrastruttura estremamente invasiva".

"La legge nazionale superava però il Piano e, per questo, l'azienda si è appellata in giudizio - ha concluso - tuttavia la normativa è nuovamente cambiata e sarà nostra attenzione di riportare questo progetto a quelle che sono le prerogative legislative attuali che certo non prevedono un consumo così massiccio di suolo, in questo caso adibito ad uso agricolo. Come amministrazione continueremo a perseguire le politiche che favoriscano l'uso delle energie rinnovabili, incentivando soluzioni innovative e sostenibili, ma senza compromettere la bellezza e l'integrità del territorio".


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