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Attualità sabato 24 ottobre 2020 ore 13:11

"I miei 54 giorni nell'albergo sanitario"

Paolo Vannozzi, dirigente della società Geofor, affida ad un lungo post su Facebook la sua esperienza con il Coronavirus



VECCHIANO — “Finalmente, dopo 54 giorni di isolamento, abbandono da negativo l'albergo sanitario". Lo scrive Paolo Vannozzi, dirigente Geofor, che in un lungo post su Facebook parla della sua esperienza con  Coronavirus.

"È stata una esperienza incredibile - scrive Vannozzi- dopo essere stato per tanti giorni chiuso 24 ore su 24 in 9 metri quadri mi sono nuovamente reso conto di quanto valore abbia la vita. Ne sono uscito un po' acciaccato ma profondamente arricchito. Ho assistito alla disperazione dei compagni di sventura, ospiti della stessa struttura: chi la notte svolgeva un rito sciamano, chi non ha retto emotivamente e ha aggredito i medici, chi pregava appoggiato sul terrazzo”.

“E quel che più mi ha colpito e fatto davvero tanto male - si legge nel post - è che nessuno di noi poteva aiutare l'altro, nemmeno con una parola di conforto, tutti dovevamo rimanere fermi, chiusi nelle nostre camere. Ti scoppia il cuore, ma queste sono le incredibili, paradossali e crudeli regole di questo momento”.

Un momento affrontato anche grazie alla vicinanza di amici e parenti che, scrive il dirigente Geofor “Con un messaggino, un whatsapp, uno squillo, una mail mi hanno davvero travolto di affetto. È grazie a questo che ho passato tante giornate tutte uguali, senza orologio e calendario, dove perdi la dimensione del tempo”.

“È davvero strano – aggiunge- quando ti sembra di stare bene ed invece sei costretto a restare isolato da tutto e da tutti, senza un motivo visibile, senza prescrizione di terapie, disorientato ed inerme ad aspettare che questo benedetto virus se ne vada. L'unico impegno che devi portare avanti é saper aspettare... ora capisco perché i ricoverati si chiamano pazienti”.

Proseguendo, nel post Vannozzi ringrazia “Chi ci mette la faccia ed è sul campo; giovani ragazzi e ragazze, persone rientrate dalla pensione, a tutti loro va davvero il mio più sincero ringraziamento perché, con grande dedizione e fra mille difficoltà, tutti i giorni portano avanti un lavoro prezioso, pericoloso e difficile per il bene di tutti. Sopportando anche qualcuno che gli si sfoga istintivamente contro. Non potrò salutarli se li incontrerò per strada, erano irriconoscibili, giustamente incappucciati e protetti come i veri eroi, invisibili”.


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