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Lavoro giovedì 03 aprile 2014 ore 10:46

Caschi gialli e piccone. Protestano gli imprenditori

Quelli piccoli e medi della Cna e non solo in piazza come anni fa hanno fatto gli operai



PISA — Hanno caschi gialli protettivi in testa e usano pala e piccone. Solo che questa volta non ci sono i minatori a protestare. O quegli operai senza volto né nome coperti di fango e polvere che chiedono diritti essenziali a un padrone tiranno.

Questa volta, ora, in una coda che supera il chilometro previsto alla vigilia della manifestazione partita dal settore Costruzioni della Cna ma che si è allargata a tutta la piccola e media impresa di Pisa e provincia (ma in corteo ci sono anche rappresentanze delle province vicine), a gridare, fischiare e chiedere di vedere riconosciuto quel diritto al lavoro sancito dalla Costituzione sono “i padroni”, quelli che meno di 5 anni fa stavano in ufficio a fare i conti.
Poi la crisi li ha tirati giù in cantiere a sostituire gli operai che sono stati costretti a licenziare e ora cercano di non chiudere un'azienda che stanno guardando morire piano piano. Soffocata dalla stretta al credito delle banche, da una burocrazia sempre più macchinosa, da un costo del lavoro e della vita che sale mentre il salario non cresce. Da un Privato che non investe e da un Pubblico troppo concentrato sulla sussistenza.

Anche a Pisa sappiamo lavorare” ricordano, pensando alle ditte che vincono gli appalti. “Lavorare così è un calvario”, pensando ai prezzi al ribasso e ai lavori in perdita, pur di non perdere il lavoro. “Imprenditori pisani in piazza per non morire” è l'ultimo ed estremo grido di aiuto di un settore, quello artigiano, abituato a fare e che si trova a chiedere perché non può fare altro.
E come il canarino che faceva da sentinella, ricordano, oggi, che se muoiono loro, per il Paese non c'è speranza.


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La protesta degli artigiani CNA a Pisa - www.quinews.net
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