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Lavoro giovedì 19 giugno 2014 ore 19:05

Concorrenza, la Corte boccia alcune norme regionali

"Così si uccide il meglio del commercio al dettaglio della Toscana" secondo ConfcommercioPisa. Confesercenti chiede aiuto a Renzi



PISA — "Una ghigliottina inaspettata, che uccide il meglio del commercio al dettaglio della nostra regione". Commenta così la sentenza della corte Costituzionale, avversa ad alcune norme sul commercio varate dalla Regione Toscana, il direttore di ConfcommercioPisa Federico Pieragnoli. 

“Il mercato - aggiunge - è come un ecosistema naturale, che si preserva e si sviluppa solo a condizione che una pluralità di 'specie' distributive possano coesistere contemporaneamente. Rompendo questo equilibrio, fragile ma necessario, rischia di trionfare solo la specie più aggressiva e potente, mentre tutto il resto è destinato a morire”. 

Fuor di metafora, per il direttore Pieragnoli i primi a pagarne le conseguenze saranno proprio i consumatori: “A questa condizioni, chi garantirà l'interesse dei consumatori a usufruire di una effettiva e libera concorrenza? Favorire la dittatura del più forte, con una totale e indiscriminata deregulation non serve a nessuno, a partire proprio dai consumatori”. 

I paletti messi dalla Regione Toscana erano più che legittimi secondo Pieragnoli, “perché la regione aveva cercato giustamente di preservare l'armonia tra grande e piccolo, tra liberalizzazione e equità, tra sviluppo economico e difesa del territorio. Penalizzata anche l'immagine dei nostri centri storici, il loro tessuto commerciale, la loro tipicità, le tradizioni eno-gastronomiche, artigianali, insomma quanto di meglio è capace di esprimere il nostro made in Italy”.

“Inutile, dannoso, controproducente provare ad essere più realisti del re nell'interpretare le norme europee sulla libera concorrenza, tanto più alla luce del fatto che una simile assenza totale di regole non esiste da nessuna parte d'Europa. Occorre riprendere il filo di una nuova normativa, che tuteli la nostra cultura e le particolarità uniche ed esclusive della nostra economia”.

Confesercenti, da parte sua, lancia un sos a Renzi. “A questo punto non rimane che appellarsi al presidente del consiglio e al suo amore per la Toscana – dichiarano il direttore regionale Massimo Biagioni e quello di Confesercenti Toscana Nord Marco Sbrana -. affinché l’invasione di grandi strutture di vendita si fermi. La sentenza, che ancora una volta cancella leggi della Regione Toscana per favorire gli interessi delle grandi imprese, è veramente preoccupante e getta un’ombra sinistra sul futuro di quelle realtà che hanno scelto l’equilibrio, la tutela del territorio, la qualità della vita, attenzione agli abitanti, ai giovani e agli anziani residenti in tanti borghi. Solerti funzionari ministeriali stanno da anni massacrando le leggi delle regioni e in particolare della Toscana per favorire insediamenti di grandi strutture di vendita in spregio ai programmi e agli impegni politici degli amministratori eletti. I territori hanno diritto di scegliersi il
futuro? I toscani come possono difendere le caratteristiche che tutto il mondo ci invidia? Che fare per non assomigliare alle periferie delle megalopoli popolate solo da centri commerciali?”.


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