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Cronaca venerdì 05 agosto 2016 ore 10:07

Bulgarella:"Chiedo celerità e di essere ascoltato"

L'intervento del costruttore trapanese, trapiantato a Pisa, finito sotto inchiesta per mafia. I legali:"Assenza di minimo supporto probatorio"



PISA — Andrea Bulgarella, l’imprenditore siciliano a capo dell’omonimo gruppo che da anni opera nel campo delle costruzioni e del turismo, interviene sull’indagine a suo carico della Procura di Firenze: “Torno a chiedere che l’inchiesta abbia tempi celeri. Ho chiesto di essere interrogato per fornire tutti gli elementi di smentita alle ricostruzione operate dalla Procura e ritenute non condivisibili dallo stesso Tribunale del Riesame. Offro la mia vita, la mia attività imprenditoriale e le mie battaglie in difesa della libertà imprenditoriale come prova della mia limpidezza morale".

E’ questo convincimento che mi darà la forza di resistere a una campagna mediatica che costruita sul nulla rischia di distruggere le mie Aziende che operano da oltre 120 anni. Ai giornali e agli operatori dei media di valutare con imparzialità i fatti e non accettare acriticamente le ricostruzioni operate dagli investigatori e ritenute contraddittorie per la seconda volta dal Tribunale del Riesame. Così, tutti, rispettiamo il lavoro dei giudici”.

“Pare indiscutibile che il Tribunale del Riesame continui a pensarla negli stessi termini con cui, lo scorso ottobre, annullò il sequestro della Procura. Vi è anzi di più, se possibile, perché in alcuni passaggi della nuova ordinanza si rimarca la persistente e convinta perplessità sulle prospettazioni accusatorie, che non trovano alcun supporto negli atti di indagine raccolti, definiti dal Tribunale
'non indicativi, generici e contraddittori'. Lo affermano in una nota congiunta i difensori di Andrea Bulgarella, indagato insieme ad altre sette persone dalla Dda di Firenze per associazione a delinquere con l'aggravante di aver favorito la mafia.
"Dovendo applicare il principio di diritto enunciato dalla Corte di Cassazione - proseguono i tre legali - piuttosto innovativo ove lo si collochi nel più ampio quadro della recente giurisprudenza di legittimità, il Tribunale ha in sostanza preso atto della sufficienza di mere e astratte ipotesi di reato per procedere all'acquisizione di documentazione con il sequestro probatorio. Nel dare esecuzione a tale principio, la nuova ordinanza del Tribunale conferma però in ogni passaggio l'assenza del minimo supporto probatorio per le asserite notizie di reato, soprattutto alla luce dell'ampio confronto tra le parti avvenuto nel corso delle due udienze di riesame".
Tuttavia, concludono i legali, "dopo oltre tre anni di indagini, ancora si discute nel procedimento del diritto di continuare a investigare, nonostante l'evidente carenza di supporto probatorio alle ipotesi accusatorie, certificata da due diverse ordinanze del Riesame".


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