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Politica lunedì 28 giugno 2021 ore 14:55

Ex distretto militare, una valanga di osservazioni

L'ex distretto militare di via Giordano Bruno allo stato attuale

In commissione si è parlato del progetto di recupero presentato per l'area di San Martino, un progetto che sembra essere "tutto da rifare"



PISA — Riguardo al piano di recupero presentato per l'area dell'ex caserma Curtatone e Montanara nel quartiere San Martino, meglio nota come Distretto militare, sono emerse numerose criticità. Ad evidenziarle sono stati gli organi competenti chiamati ad esprimersi - Comune, Regione, Soprintendenza, Autorità di Bacino, Arpat, ecc. -, poi riassunte dal Nucleo comunale per le valutazioni ambientali (Ncva). Tale nucleo ha deliberato l'esclusione del progetto dalla assoggettabilità a Vas (Valutazione ambientale strategica), qualora la società proponente recepisca tutti i rilievi elencati. Rilievi che di fatto bocciano il piano così com'è, come confermato dall'ingegner Daisy Ricci, dall'assessore all'urbanistica Massimo Drignoli e dal presidente di commissione, il consigliere Maurizio Nerini (Fdi-Pnc).

L'area dell'ex distretto militare in San Martino

Il progetto presentato prevede, nello specifico, che l'area resti completamente privata e al suo interno trovino posto mini alloggi per 232 abitanti e anche un asilo privato per 60 bambini, mediante anche la realizzazione di una palazzina di cinque piani più sottotetto. Parliamo di un complesso sottoposto a vincolo di 7.448 mq di superficie lorda con area esterna di 8.467 mq.

Un progetto che, stando alle osservazioni riassunte dal Ncva, proprio non va: l'edificio di 5 piani va abbassato affinché non svetti sugli altri palazzi del quartiere, manca una viabilità interna a favore del quartiere San Martino, la piazza interna deve essere uno spazio comune e non adibita a parcheggi, mancano i parcheggi e una viabilità adeguata per l'asilo, non c'è previsione di nuove isole ecologiche per la raccolta rifiuti, non è previsto housing sociale, serve migliorare gli aspetti legati al recupero delle acque piovane e alle fognature, va completato il percorso di bonifica e altro ancora.

Illustrato questa mattina in prima commissione del consiglio comunale di Pisa, il progetto è stato duramente criticato dalle opposizioni e anche per l'assessore Massimo Dringoli "il piano che sarà approvato certamente non sarà quello che così è stato presentato".

Francesco Auletta (Diritti in Comune) già nei giorni scorsi aveva parlato di "una piazza che è stata chiusa e militarizzata da metà degli anni '50 fino a fine secolo e poi semplicemente chiusa, lasciata vuota e abbandonata al degrado nell'ultimo ventennio, che oggi si appresta a divenire un'oasi infelice e inaccessibile, completamente privatizzata". 

"Sono mesi che denunciamo la totale mancanza di trasparenza nell'iter che deve portare a termine la riqualificazione dell'area - ha aggiunto Auletta -. Poche settimane fa siamo finalmente riusciti a sapere l'identità del nuovo proprietario dell'area, e solo oggi scopriamo che non solo è già stato presentato un piano di recupero, ma che su questo è già stato avviata una procedura di valutazione senza che il Consiglio Comunale fosse stato minimamente informato, figuriamoci la cittadinanza e il quartiere direttamente interessato. Siamo di fronte ad una totale privatizzazione dell’area, senza prevedere usi pubblici, arrivando persino a disattendere l'atto di indirizzo approvato in Consiglio Comunale nel 2017. In quel documento era infatti previsto di creare una nuova piazza pubblica accessibile da 3 punti (piazza san Martino, Via Giordano Bruno e Via Sancasciani) con servizi e attività fruibili da tutto il quartiere, e il mantenimento e la preservazione delle alberature del Parco Andrea Gallo. Nulla di questo, in nome ovviamente del profitto, nel piano di recupero".

"Siamo in presenza di una cosa tipo Milano 1 di Berlusconi - ha oggi osservato il consigliere Marco Biondi (Pd) - senza i servizi e altre cose tanto vale lasciare la sbarra all’ingresso con la garitta".

"Vi è un numero spropositato di appartamenti, per 232 abitanti - ha segnalato ancora Biondi -, che necessita un numero di parcheggi pertinenziali non in linea con la grande area verde presente nell’ex distretto. Il numero delle unità immobiliari va indubbiamente ridotto, riducendo i parcheggi ma soprattutto quelli pertinenziali e prevedendo contemporaneamente alcuni parcheggi per il quartiere. Se si diminuiscono i 232 abitanti si riducono i parcheggi pertinenziali e vi è la possibilità di prevedere alcuni parcheggi per i residenti attuali del quartiere, senza incremento del numero complessivo, ottenendo finalmente la possibilità di togliere la sosta in spazi pubblici del quartiere, ad esempio la piazza davanti alla Chiesa di San Martino. Finalmente alcune piazze che hanno una vocazione sociale e di spazio pubblico potrebbero tornare alla loro vera funzione urbanistica e architettonica , abbandonando il ruolo di semplice parcheggio".

"Allo stato attuale - ha concluso il consigliere del Partito democratico - invece di un’occasione per riqualificare e ridare spazi pubblici al quartiere e ai cittadini sembra essere un’occasione per privati per creare un quartiere privato nel quartiere di San Martino, senza una vera accessibilità e permeabilità. Sembra delinearsi un interesse di pochi a scapito dei cittadini Pisani e in primis per i residenti del quartiere che necessitano di maggiori spazi pubblici".

"Le pesanti esternazioni sulla stampa che volevano una giunta appronata ai voleri del privato - ha infine commentato il presidente di commissione, Maurizio Nerini (Fdi-Pnc), si sono sgretolate dopo la relazione tecnica precisa e dettagliata della dirigente Ricci ancor prima che nelle prese di posizione politiche. Oggi sappiamo che il piano è passato all'esame degli uffici e che sono emerse molte criticità e che così come presentato non va bene.

"Già dai primi di Aprile il Nucleo di Valutazione ha sollevato il fatto che non c'era rispondenza agli atti di indirizzo del Consiglio Comunale del 2017 - ha specificato Nerini -, poi la non aderenza al Regolamento Urbanistico vigente per parecchi aspetti edilizi e igienico-sanitari, quindi l'iter di approvazione è ancora molto lontano. Il progetto in pratica sarebbe tutto da rifare, il piano recupero è pesantemente condizionato dai vincoli della Sovrintendenza, sulle strutture, soprattutto per la nuova palazzina di 5 piani al posto dei volumi recuperati, che ad oggi non sembra possibile essere realizzata per vincoli storici e paesaggistici, ma insistono sull'area anche vincoli per il verde esistente. Al momento della presentazione di un nuovo progetto, se ci saranno variazioni di rilievo o anche l'imposizione di ulteriori vincoli di esproprio, il tutto passerà dall'approvazione in Consiglio Comunale e l'appuntamento quindi sarà ancora prima in commissione".

"La maggioranza si sente pienamente tutelata da tutto quello stanno facendo gli uffici a tutela dell'interesse pubblico e spedisce con dati di fatto certi le illazioni al mittente" ha concluso Nerini.


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