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Attualità domenica 03 settembre 2023 ore 11:36

"Fiaccolate e manifestazioni non sono bastate"

Lo sfogo di una dottoressa che dopo un episodio avvenuto al presidio di via Garibaldi denuncia "Mancanza di supporto"



PISA — Momenti di tensione durante il turno notturno al presidio sanitario di via Garibaldi. A riferire quanto accaduto, in una mail indirizzata all’ordine dei medici di Pisa, ai rappresentanti sindacali, ai dirigenti medici della Asl, alle forze dell’ordine e agli organi di stampa, è un medico di assistenza primaria.

"Durante il turno notturno del 2 Settembre, mentre ero in turno con altri due colleghi - scrive la dottoressa- accedeva presso il presidio di Pisa in via Garibaldi 198, una paziente nota per ripetute richieste di psicofarmaci senza presentare completa idonea documentazione. Nonostante la prescrizione di una singola confezione in modo da garantirle la continuità terapeutica, la paziente richiedeva insistentemente un numero di confezioni maggiori".

Insistenti richieste espresse, racconta la dottoressa, con "Toni e atteggiamenti offensivi, aggressivi e minatori" per le quali la donna è stata "Invitava ripetutamente a lasciare i locali". Anche una volta fuori, però, non avrebbe desistito. "Percependo tono intimidatorio e ostilità - spiega la dottoressa- le ho fatto presente tramite citofono di aver già dato risposta esaustiva alla sua richiesta. Al suo insistere, uno dei colleghi si è presentato sulla porta richiedendo nuovamente che la paziente si allontanasse per permettere lo svolgimento del servizio e l’accesso dei pazienti in sicurezza".

Ma non è bastato. "Visto l’insistente tono intimidatorio e la evidente mancanza di sicurezza per noi e per i pazienti - racconta il medico- abbiamo contattato il servizio di emergenza 112 che dopo 6 minuti di attesa ci ha messo in contatto con un operatore". Operatore che, secondo quanto scrive la dottoressa, avrebbe "Rifiutato l’invio di supporto asserendo - si legge nella mail inviata dal medico- che essendo fuori dai locali la paziente, seppure alterata, non rappresentasse un pericolo né determinasse un’interruzione di pubblico servizio".

"Visto che i recenti fatti di cronaca ci dimostrano che è possibile subire aggressioni, ahimè anche mortali, nei pressi del proprio ambulatorio (quindi non necessariamente all'interno) - aggiunge il medico- mi chiedo se questo comportamento possa garantirci la sicurezza di cui tanto si sono riempiti i giornali e le bocche delle fazioni politiche negli ultimi mesi. Evidentemente fiaccolate e manifestazioni non sono bastate per capire che la sicurezza di noi medici va garantita anche fuori dalla soglia dell’ambulatorio. Ho ritenuto necessario segnalare questa brutta situazione perché ritengo prioritario che sia presa a riguardo una posizione seria e concreta da parte di chi ci dovrebbe rappresentare e tutelare".


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