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Attualità martedì 25 novembre 2025 ore 11:30

Giornata contro la violenza sulle donne, i numeri di Asl

Nel 2024 oltre 670 accessi al Codice Rosa nei pronto soccorso della ASL Toscana nord ovest. Maranto, "Serve più consapevolezza"



PISA — Il 25 Novembre richiama ogni anno l’attenzione sulla violenza di genere, ma per la ASL Toscana nord ovest la lotta è quotidiana. I numeri del percorso Codice Rosa, attivo nei pronto soccorso dell’azienda sanitaria, raccontano una realtà complessa e ancora troppo diffusa: nel 2024 sono state 679 le persone che hanno avuto accesso al servizio, di cui 506 donne, pari al 75%.

“Il numero è alto ma, considerando che la violenza è un fenomeno per lo più sommerso, può anche essere il segno positivo che emerge di più” ha detto Rosa Maranto, responsabile del percorso Codice Rosa. “Le donne continuano ad essere le principali vittime, soprattutto di violenza domestica, e subiscono abusi da persone con le quali avevano o hanno un legame affettivo. La violenza riguarda tutte le età e tutte le fasce sociali”.

Nel dettaglio, il 70% delle vittime è di nazionalità italiana, il 93% ha riferito maltrattamenti e il 7% abusi sessuali. Un caso su dieci riguarda minorenni, l’11% del totale, con età che vanno da pochi mesi fino oltre i 70 anni. “Nei consultori la situazione è la stessa – ha aggiunto Maranto – ogni anno vengono attivati circa 700 percorsi legati alla violenza, a cui si sommano gli interventi di prevenzione a sostegno delle famiglie e dei giovani, e le iniziative di sensibilizzazione verso la popolazione”.

L’attività della ASL si basa su una rete che coinvolge tutti i servizi, dall’emergenza-urgenza al materno infantile, dai consultori al servizio sociale, con percorsi di formazione costante per il personale. “La violenza contro le donne e contro chiunque la subisca non è solo un problema sociale, ma un vero problema di salute pubblica – ha sottolineato la responsabile – chi subisce violenza ha una probabilità molto più alta di sviluppare problemi di salute, con conseguenze fisiche e psicologiche devastanti”.

Maranto ha infine lanciato un appello, “Non bisogna voltarsi dall’altra parte. Parlare è il primo passo per uscire dalla spirale della violenza. In ogni contesto sanitario ci sono professionisti pronti ad accogliere e ad aiutare”


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