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Attualità martedì 17 giugno 2025 ore 11:30

Il Verdi presenta la stagione dell'Opera

Un momento della presentazione della stagione

Sei i titoli, altrettanti gli allestimenti, cinque i complessi strumentali tra orchestre sinfoniche ed ensemble cameristici e tre compagnie di danza.



PISA — Su il sipario sulla nuova stagione dell'opera del centenario Teatro Verdi di Pisa, disegnata dal celebrato compositore Marco Tutino e ben rappresentate anche dall’opera immagine della stagione “Manifesto”, appositamente commissionata al celebrato writer e pittore pisano Francesco Barbieri, tra gli artisti italiani più ricercati del momento.

"La stagione - ha spiegato Diego FioriniPresidente Fondazione Teatro di Pisa  - risponde perfettamente alle grandi aspettative che il suo nome alimenta. Il Teatro Verdi è e vuole essere in ogni modo centrale nella vita culturale della nostra città e un punto di riferimento per l’intera regione e non solo. Desidero che sia il luogo dell’incontro, della riflessione culturale della bellezza della quale tutti abbiamo estremo bisogno. Potremmo dire che nell’anniversario dei 160 anni dall’inizio della sua costruzione, ora il Teatro di Pisa vive una importante fase di ristrutturazione e di apertura oltre il proprio perimetro, una fase di rinnovata freschezza, fervore e vivacità che lo riporta tra le realtà più esuberanti e produttive del panorama nazionale. In questa fase di grande impegno è centrale il ruolo di tutti i nostri lavoratori che con passione e dedizione rendono possibile questo importante progetto. Molti sono i nuovi compagni di viaggio, i nuovi sostenitori e gli imprenditori che hanno sposato il nostro intento e che con entusiasmo si sono messi in gioco, mossi dalla consapevolezza che il Teatro Verdi meriti sostegno e investimenti. La Stagione d’Opera è il segno di una nuova e ambiziosa progettualità che culmina e si completa in una offerta formativa per i giovani”.

E già dall’apertura prevista per il 31 ottobre si delinea subito la nuova ambizione del Verdi grazie a una produzione del "Macbeth" verdiano firmata dal regista e librettista Fabio Ceresa, già collaboratore di artisti come Ronconi, Nekrosius, dello stesso Tutino e animatore di festival sfidanti come quello della Valle d’Itria o dell’irlandese Wexford. 

Dal 26 novembre si avrà invece una prima incursione nelle nuove frontiere del teatro d’opera con un dittico cameristico di assoluta originalità grazie al rarissimo "Le Bal Masqué"di Poulenc, protagonista il baritono Giacomo Medici, e alla prima esecuzione assoluta de "La Torre",progetto di impronta fortemente glocal grazie al compositore pisano Marco Bargagna e al libretto elaborato da Vincenzo de Vivo, nome apicale della cultura musicale italiana, su soggetto del celebre scrittore pisano Marco Malvaldi, noto anche al grande pubblico per la popolare serie de I Romanzi del Barlume. Una nuova commissione nata su impulso del Comitato per gli 850 anni del Campanile con il contributo dell’Opera della Primaziale Pisana, della Fondazione Pisa e del Comune di Pisa.

In bucalo stimato ensemble Sentieri Selvaggi, autorità riconosciuta nel repertorio contemporaneo, con la bacchetta del loro membro fondatore Carlo Boccadoro. Il cast giovanissimo nasce in collaborazione con la Scuola dell’Opera del Teatro Comunale di Bologna per un palco in linea con la vocazione formativa di Pisa e il grande potenziale pubblico universitario che anima la città.

A gennaio con la "Carmen" di Bizet, nei 150 anni dalla sua prima esecuzione, torna in città Beatrice Venezi sul podio dell’Orchestra Sinfonica Fiorentina e con la regia e le scene di Filippo Tonon, esperto frequentatore del titolo in più produzioni a partire da quella di San Paulo in Brasile nel 2014.

A febbraio con il raro titolo di Britten "The Turn of the Screw" nella nuova produzione del Verdi a firma del regista star Davide Livermore, si torna nel cuore delle nuove sperimentazioni grazie a una produzione che non solo indaga un’opera apicale di Britten, ma lo fa guardandola dall’inedita prospettiva produttiva della prosa, in un dialogo continuo tra i due mondi, grazie anche alla ripresa del progetto originale di Livermore da parte del noto attore e drammaturgo Giancarlo Judica Cordiglia, personalità artistica cresciuta tra prosa, cinema, ma anche serie TV e nomi del calibro di Ronconi, Lavia, ma anche Dario Argento e Lizzani, fino a serie cult come Boris.

Con L’"Elisir d’Amore" di Donizetti a marzo 2026 si chiuderà dunque la stagione d’opera: la coproduzione guidata dal Teatro Sociale di Como vedrà la regia di Andrea Chiodi, regista teatrale italiano cresciuto professionalmente a Los Angeles. Sul podio dell’Orchestra Roma Tre al suo debutto in città Massimiliano Caldi, direttore d’esperienza con una storia di solida collaborazione in Scala. Il giovane soprano Greta Doveri, formatasi tra Maggio Musicale Fiorentino e Scala, sarà Adina, mentre Nemorino avrà la fresca voce di Valentino Buzza, tenore di esperienza nel repertorio e già apprezzato in contesti di grande prestigio come la Wigmore Hall di Londra.

Consideriamo interessante - ha aggiunto Filippo Bediniassessore alla Cultura del Comune di Pisa - l’idea di presentare una tradizione della nostra città, quella cioè legata alla cultura musicale, nello stesso giorno in cui tutti i pisani dedicano il loro pensiero e la loro attesa a quella che è la tradizione culturale per eccellenza, cioè la Luminara per il Santo Patrono Ranieri. Sulla tradizione e le tradizioni, la loro riscoperta e la loro dignità di momenti di autentico profilo culturale e non di manifestazioni effimere e derubate della loro storicità, la nostra amministrazione ha impostato una precisa linea di mandato perché nelle radici e nella storia, sia essa gloriosa o meno, si incardina il nostro presente ed è possibile costruire il futuro. La musica lirica, oggi poco apprezzata dalle giovani generazioni perché da esse poco conosciuta e frequentata, è un grandioso patrimonio che ereditiamo e che ha un valore assoluto. Il Comune di Pisa crede molto nel Teatro Verdi e molto investe per consentirgli di compiere la sua missione: conservare e diffondere la cultura musicale”.

E due sono gli obiettivi che perseguirà la stagione, secondo Marco Tutino, direttore artistico Fondazione Teatro di Pisa: "quello di incrementare la qualità artistica e di sfruttare al massimo la professionalità di chi lavora in Teatro. Per raggiungere questi traguardi, abbiamo programmato sei titoli e Ventidue sono i teatri coinvolti nelle coproduzioni e nelle collaborazioni. Sei nuovi allestimenti e, abbiamo ricercato cast vocali di assoluto prestigio internazionale, affiancandoli a giovani talenti emergenti e a nuove proposte selezionate in audizioni e concorsi. La scelta dei direttori d’orchestra e dei team creativi è stata effettuata cercando di ottenere il meglio che il panorama del Teatro Lirico può offrire, coinvolgendoli in progetti credibili e di qualità complessiva. Siamo certi che il pubblico apprezzerà questo sforzo, che ha il primo dovere di soddisfare le aspettative di chi ama l’Opera Lirica e si aspetta di ritrovare ogni volta la passione che sa produrre”.


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